LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 1 novembre 2016

Esperienze quadrisensoriali

Quando passi quasi una giornata intera in una libreria ad aspettare un preciso evento la vivi in modo diverso.
Già la libreria in sé è un mondo fantastico dove perdersi con tuffi successivi in mondi diversi da cui spiluccare una pagina qua, una quarta di copertina là, un'introduzione lì.
Ma quando aspetti che qualcuno di ben preciso entri dalla porta, e quel qualcuno non sai nemmeno più bene chi sia, come sia, se sia, e di quel qualcuno fai colletta di ricordi gesti passi modi di muoversi modi di parlare modi di salutare che furono e forse ora non sono più, ma soprattutto non te n'è dato di sapere, ti si apre un mondo nuovo sotto i piedi. Forse anche voraginoso.
Ti metti nella saletta dietro, che ha due feritoie sull'ingresso, e da cui, sporgendoti, puoi vedere pezzi di chi entra attraverso cataste di libri. Ci sono accoglienti nicchie rivestite da libri invitanti, che puoi sfogliare e leggere con modalità arlecchina, cosa che fai sempre. Ma non riesci a concentrarti, perché sei tutto preso da un'esperienza di pseudo mancanza sensoriale, come se fossi cieco e dovessi usare tutti gli altri sensi. Mica puoi stare nell'atrio davanti alla commessa a fissare intensamente la porta d'ingresso. Sei pazzo, sì, lo sai, questo nel vero senso del termine, nel senso della roba brutta, ma passare per pazzo no.
A quel punto, nelle ore che passi incesellato nella nicchia, con solo un libro per volta che ti sostiene e ti impedisce in qualche modo di cadere giù nella voragine che ti sta risucchiando, impari a far caso agli scricchiolii, a come viene aperta la porta, ai modi di salutare della gente, al loro timbro di voce - sommesso inesistente gracchiante piatto urlato sussurrato da vecchio da vecchia da giovane da mezz'età -, alla camminata - strusciante galoppante sulle uova rapida lenta paralitica azzoppata carrozzinata -. Ad ogni apertura di porta trasali e cerchi di riconoscere l'evento. Ogni volta capisci subito che non è. Ti chiedi chi può essere quello che è entrato, poi te lo vedi passare davanti, proseguire nelle varie aree della libreria, e hai un riscontro immediato sulla tua capacità di inventare persone plausibili dai suoni che producono.
I libri che tieni aperti davanti a te non li leggi nemmeno più, perché sei proteso a sentire la vita che si aggira intorno a te, e alla fin fine la vita intorno vince sui libri, perché è vera, pulsante, tridimensionale (o anche quadri-, quinquidimensionale).
Che dite?
Per qualcuno vincono i libri sulla vita?
Sì, è vero, non siamo tutti uguali e poi i libri sono più rassicuranti della vita.
Cosa dite?
Ah, se è entrata la persona?
Non importa.
A voi, non importa.

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