LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 3 maggio 2016

L'importante, quando si educa, è avere le idee chiare


Caro alunno che mi chiedi perché ti sto affibiando una nota, sappi che te la scrivo perché io, come prof, devo farti capire quali sono i tuoi limiti.
Tutte noi, figure educative, siamo tenute a delimitarti, in modo che tu capisca fin dove puoi arrivare.

Dovrebbero farci dei corsi di limiti. Altro che BES, DSA, competenze. Dovremmo sapere tutti quanti che limiti darvi, magari in base a fasce d'età, limiti tutti uguali, in modo che non vi confondiate.
In modo che capiate l'ampiezza della palizzata che avete intorno. Una palizzata di tanti paletti uno vicino all'altro, che così non vedete più quello che c'è a lato, e magari anche un tettuccio sopra, anche lui fatto di tanti paletti uno vicino all'altro, che così non vi fate più accecare dalla luce del sole che, si sa, brucia la retina, non vi fate più ammaliare dalla luce delle ingannevoli stelle, né lunaticizzare da quella della cangiante luna.

L'educatore deve avere le idee chiare.
Solo così può educare.
E poi, si sa, i ragazzi hanno bisogno di regole.
Anzi, il loro comportamento mica tende alla libertà, è mirato a farsi mettere i famosi paletti.
I ragazzi vogliono i paletti.
Siamo noi educatori ad essere scemi se non gliene mettiamo.

Ma la famosa libertà? Non è che tutti questi limiti limitano la libertà?
Beh, ma tanto si è già detto e ripetuto che la libertà non esiste, no?
Può esserci una porzione di libertà, sì, ma non tutta. Ce ne può essere quella fettina illusoria che permette di aggirarsi nell'ambito della palizzata-cubo che si ha intorno.

Poi, l'educatore illuminato, quello proprio avanti, può ricordarsi del concetto di elasticità.
La libertà non esisterà, ma l'elasticità sì.
Piccole concessioni, ogni tanto si sposta un paletto dal tettuccio e si fa vedere una stellina.
Sì, anche perché che vita sarebbe una vita rigida e non-libera?!
Non-libera, però, è brutto da scrivere. L'opposto di non libera qual è?
Ah, sì. Occupata.
Ma l'occupazione non si fa quando si rivendica una certa dose di libertà?
Si occupa per essere liberi (fino a un certo punto).
Si è liberi di occupare (fino a un certo punto).

Ma poi, quando si ottiene questa risicata avara trasparente fettina di libertà, ci si ritrova comunque davanti i famosi limiti.
Tornano sempre, come i peggiori alieni.

Un limite, però, può tendere a infinito.
Ma un limite che tende a infinito diventa libertà totale?
Eh, no, mica è così semplice.
Il risultato di un limite che tenda a infinito può anche essere un misero intorno di un numero. E così ci si ritrova rinchiusi in una palizzatina con lato pari ad un intorno tendente a zero, dopo la grande illusione del limite tendente a infinito.
Può anche accadere che il limite che tende a infinito abbia come risultato infinito. Ma l'infinito è un artifizio matematico, un'invenzione di scienziati pazzi, perché non si può mai sapere se esiste veramente o no. Non si può nemmeno studiare all'infinito, perché tutto finisce, pure la vita. Si può sperare in una staffetta di cervelli, ma si può quasi scommettere che finirà pure quella.
E che dire di quando il limite tende a zero e il risultato è infinito?
Un bel gomitolo di opportunità.

Hai capito, alunno mio, che mi chiedi perché ti sto dando la nota?
Per questo.
Non hai capito?
Non è perché sei scemo,
è perché non ti applichi.

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