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venerdì 3 febbraio 2017

La dieta perfetta


Quando uno ingrassa, la prima cosa a cui pensa è la dieta.

Se non ha disfunzioni, e per lungo tempo è stato in forma senza grandi sforzi, è ingrassato proprio perché ha mangiato più del normale, e se ha mangiato più del normale è perché ha dei problemi psicologici o sociali  o insiti nella sua natura, tipo che è triste, depresso o per lavoro deve ammazzarsi di pranzi e cene al ristorante o è invecchiato e gli è rallentato il metabolismo. E queste cose si cambiano con altro, a parte l'ultima, che è l'unica a giustificare non una dieta, ma un cambiamento del proprio regime alimentare, cosa che tra l'altro, se non ci fossimo coperti l'istinto con una pluristratificazione di sovrastrutture sociali, accadrebbe naturalmente.

Certo, se si insiste perché la dieta diventi il primo dei pensieri, curando i sintomi e non le cause del nostro essere diventati sferici, o qualcosa che di molto si avvicina alla sfera, con aggiunta di bitorzoli vari dovuto all'irregolarità dei depositi di adipe, si inizia a pensare a come fare.

Se si ha cibo in casa e si è diventati grassi per  tristezza, la prima cosa che si deve fare è buttarlo tutto in un cassonetto o, meglio, su un barbone, che si incavolerà tantissimo. Si potranno escludere tutti i non-comfort-food. Finocchi, carote, sedano possono rimanere.

Poi, ci si dovrà ammalare rovinosamente, di una malattia fastidiosissima, possibilmente allargata anche all'ambito intestinale, che costringerà a letto e farà venire una sensazione di disperazione acuta al sol pensiero di appoggiare piede a terra o allontanarsi dal piumone.
La malattia dovrà avere una convalescenza lunghissima, sempre caratterizzata dal terrore di uscire di casa, se non di scendere dal giaciglio notturno, e, per quel periodo, anche diurno.
Dovrà avere, altresì, carattere amnesico.

In questo modo, quando si guarirà dalla suddetta, una volta recuperato il disagio delle piaghe da decubito e riacquisito il controllo del proprio corpo conseguentemente a fisioterapia intensiva, si potrà inventare una nuova vita, avendo debellato, oltre alla grassezza (sintomi), pure le cause (tristezza, noia, stress, troppi pasti di lavoro, ...vecchiaia no, quella non rientra, tocca tenersela).

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