LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 14 giugno 2016

Telefonate di rara piacevolezza


Quando devi dire a dei genitori che i loro figli, sangue del loro sangue, pelle della loro pelle, eccetera eccetera, sono stati segati a scuola, sono brutti momenti.

Quando devi dirlo al telefono, sono ancora più brutti, o un po' meno brutti, ma comunque brutti.
Dipende dal rapporto che hai con il telefono.

Per quanto mi riguarda, fin da piccola ho sempre avuto una patologia da cornetta. Ho passato pomeriggi interi a contemplare il telefono grigio con su quel dischetto rotante con tutti i numerini intorno. Se il numero da comporre aveva degli 1, 2, 3, facevano un giro così lungo che quasi sempre bloccavo tutto con una manata prima che dall'altra parte una voce senza volto potesse rivolgermi il famigerato "pronto". Non parliamo poi delle reazioni al suddetto, che variavano dal mutismo da maniaco alla chiusura della comunicazione, con tutta una variegata serie di situazioni intermedie. Dopo venticinque tentativi di composizione del numero e 47 chiamate da maniaco, riuscivo a dire con un flebile filo di voce che ero io e che volevo ringraziare la maestra per quello che aveva fatto per me nell'anno scolastico. Sì, perché le telefonate che dovevo fare da piccola erano sempre quelle alla maestra.

Se una volta uno era terrorizzato all'idea di chiamare la maestra per ringraziarla, figurarsi quando poi diventa lui il maestro, anzi il prof, ché se il maestro boccia qualcuno sono davvero cose dell'altro mondo, ai confini della realtà.
Se invece il prof è prof di un professionale, i confini della realtà sono rasentati da chi è promosso senza sospensione in nessuna materia. Lo sventurato coordinatore, forte della congrua retribuzione di circa un centone all'anno (sì, avete letto bene, ho scritto bene, siamo tutti bravi scrittori e lettori. All'anno, non al mese), prende l'elenco dei componenti della classe e chiama la metà circa dei genitori, quando va bene, per informarli che il sangue del loro sangue, la pelle della loro pelle eccetera eccetera non ce l'ha fatta.

Il tono da assumersi può prendere a prestito quello a macchinetta dei centralinisti che non portano pena perché ambasciatori. Ancor meglio, si può scrivere un testo freddissimo su Textaloud e lo si fa leggere dalla voce sintetizzata direttamente alla risposta del genitore. Si può iniziare con "Questo è un messaggio preregistrato: è pregato di ascoltare in silenzio, non obiettare in nessuno modo e chiudere la comunicazione al termine".
Se si opta per la versione funerario-sentita, si può chiamare di persona con tono plumbeo. Le parole vanno cercate nel profondo del proprio cuore. Frasi come "Suo figlio è un emerito deficiente", "Suo figlio non capisce una mazza, è meglio se va a raccogliere pesche", "Suo figlio dice percussioni per ripercussioni", se scaturissero mai dal profondo del cuore, sarebbe meglio che ci rimanessero. Meglio tutto sommato che scaturiscano dal profondo della raccolta delle banalità accettabili, soprattutto se - e non lo si sa - l'interlocutore ritiene che la propria prole sia la continuazione di se stesso, e in quanto tale possa riscattare i propri insuccessi.
Dire che il figlio è un idiota equivale a dirlo al genitore.
Dire che il figlio non ce la fa equivale a dirlo al genitore.

Insomma, l'annuncio è spiacevole.

Ma infatti, perché sbattersi tanto?

Meglio usare Textaloud e ignorare la seconda delle mie opzioni.

Il suggerimento è grandioso, ma ha un inconveniente: non funziona dal vivo.

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