LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 20 giugno 2016

Frammenti di vita


Quando sei ad una finestra, assorto a contemplare il panorama che hai davanti, ecco che passa, su una stradina all'orizzonte, un ciclista. Lo vedi per il lasso di tempo e percorso permesso dallo spazio tra i due battenti, dagli ostacoli che ci sono tra te e lui. Poi, tra le finestre che punteggiano una casa, senti uno sbatacchiare di persiane, che vengono aperte, e dentro vedi due persone che parlano: chissà cosa si dicono. Poi, cambiano stanza, spariscono alla tua vista.

E tu stai lì, a chiederti cosa ci fosse, prima di quell'istante, cosa ci sarà dopo e, in fin dei conti, anche durante quell'attimo in cui hai visto la vita d'altri alla chetichella, di nascosto, come uno spione, come un pettegolo che vuole sapere i fatti degli altri.

Ma è pettegolezzo?
E' spionaggio?
O è l'indagine della fantarealtà di un pezzo di vita altrui, di qualche sconosciuto, tipica del cantastorie?
Se uno è stonato, può fare lo scrivistorie.
Se poi ha una dizione penosa, non può nemmeno leggerle agli altri, ma per fortuna gli altri possono leggersele da soli.
Se non sa scrivere, fa l'immaginastorie e se le tiene tutte dentro la testa.

Solitamente la gente è quella che passa; non sta tanto tempo alla finestra, a meno che non sia vecchia, con un arto rotto (e il letto ragionevolmente vicino all'apertura), riflessiva.
E dato che tutti passano e pochi si fermano, perché pochi sono vecchi o rotti, perché pochi riflettono, sarà poco probabile che, quando si è quello che passa, si sia osservati da qualche scrivistorie o immaginastorie.

C'era uno scrittore che aveva passato ore giorni mesi seduto al tavolino di un bar, e aveva scritto tutto quello che succedeva intorno a lui, tutte le persone che passavano, come passavano.
Bello, mi ero detta.
Lo farò.
Poi non l'ho fatto.
E' raro farlo.

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