LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

sabato 28 maggio 2016

Cose preziose

A volte nella vita si trova prezioso qualcosa
di incommensurabilmente distrutto,
o di pessimo gusto,
o inutilmente ingombrante,
o ancora di pochissimo valore,
o qualche cibaria o bevanda andate a male
o schifosissime.

L'uomo (inteso come specie) è un essere stranamente nostalgico, che crea collegamenti mentali al limite dell'assurdo e oltre.

Vede un oggetto
e non vede l'oggetto.

Vede un frutto e non vede il frutto:
vede le mani nere di terra spaccate dal lavoro callose generose teneramente grandi che lo hanno raccolto.
E così il frutto non è più un frutto ma una passione, un sacrificio fisico, un'attesa del germogliare, un'annaffiare,un proteggere dalla grandine, una cura che si assapora mentre se ne addenta la polpa.

Vede un paio di scarpe vecchie bucate spelacchiate sformate con le suole scollate e non vede un paio di scarpe vecchie bucate spelacchiate sformate con le suole scollate:
vede la strada che hanno percorso addosso a lui, mentre ridisegnava città, sente tutti quei chilometri nelle loro suole lisce, che quando piove pianta delle scivolate di metri e metri sulle piastrelle lisce dei portici.
E così le scarpe non sono più scarpe ma pezzi di vita vissuta.

Vede un orribile pelouche dei colori dell'arcobaleno riproducente un organo sessuale maschile e non vede un orribile pelouche dei colori dell'arcobaleno riproducente un organo sessuale maschile:
vede il momento in cui i suoi amici riuniti hanno avuto quell'attacco di infantile demenza senile e glielo hanno regalato per il suo compleanno o per il suo addio al celibato/nubilato.
E così il pelouche non è più un pelouche, ma il simbolo della sua amicizia a vita con quei suoi dementi presenti anche quando assenti amici.

Vede una biro azzurra compratagli a mille lire nel 1988 dalla propria madre e non vede una biro azzurra compratagli a mille lire nel 1988 dalla propria madre:
vede una madre con un figlio che vorrebbe proprio quella biro e poi ci rimane male perché lei gliel'ha davvero comprata, e un desiderio esaudito a volte fa rimanere di stucco, con un certo amaro in bocca per il sacrificio che al bambino sembra stranamente esagerato, quando ci sono tutte quelle biro azzurre da 200 lire e volendo avrebbe potuto anche usare quella blu, e poi la custodisce con cura certosina, e la centellina per scrivere solo i titoli più importanti di tutti gli appunti della sua vita fino all'Università e oltre.
E così la biro azzurra non è più una biro azzurra, è la cura di una madre che per una volta ha voluto fare un piacere insensato a un figlio molto raramente viziato.

Vede un libro su uno scaffale e non vede un libro su uno scaffale:
vede condivisioni, luoghi, l'istante dell'acquisto, un vissuto ritrovato, dediche, commenti a matita, sottolineature che hanno cambiato la vita, o almeno il modo di vederla, almeno per un po', a volte per sempre.
E così il libro non è più un libro, è un'emozione.

Come si fa a buttare cose così preziose?
E così uno si ritrova a vivere in una casa straripante di oggetti preziosi,
seduto su una poltrona vecchia e logora che ha portato a braccia su dalle scale nel 2010 con una sua cara ex coinquilina spaccandosi la schiena e facendole battere una culata sul marmo delle scale,
a risfogliare un libro sottolineatissimo,
rifinendo con una storica biro azzurra la frase più significativa,
mentre appoggia la schiena su un pelouche arcobaleno di forma fallica che sua madre ha cercato di gettare via ogni volta che è andata a trovarlo,
addentando un frutto tutto spaccato dai becchi degli uccelletti che infestano le coltivazioni del suo amico contadino
e
accavallando le gambe con all'estremità scarpe che sarebbero proprio da buttare via, ché pure quelli di Humana ci sputerebbero su, e gli stessi zingari che rovistano nei contenitori degli abiti usati preferirebbero camminare scalzi sui ceci piuttosto che impossessarsene.

L'unica cosa inquietante,
quando si hanno cose così preziose in casa,
oltre a pulire,
ma quello è un evitabile optional,
è
il famigerato
devastante
maldischenizzante
spettro
del
TRASLOCO.

Ma, tutto sommato, per quello ci sono gli amici, quelli del pelouche.

Forse.

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