LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

sabato 30 aprile 2016

Tutto finisce


Quando facevo l'Università a Torino c'era questo cinema appiccicato alla casa dove vivevo. 
Era un periodo in cui la città sembrava 
enorme, 
sconosciuta, 
minacciosa, 
girovagabile soltanto in autobus,
soltanto su alcune linee. 

All'epoca la città era la stazione, il tratto di portici stazione-casa, la casa, anche lei altrui, piuttosto austera e da scoprire, quello che si vedeva sfilacciato dai finestrini dei mezzi pubblici in movimento, attraverso le teste e i pezzi di corpo delle persone ammassate con me lì sopra, e i dintorni della facoltà, che si trovava in un punto dai dintorni disadorni. 

Se volevi evadere, però, facevi due passi e ti trovavi davanti al cinema Arlecchino. Entravi, ti sedevi e all'improvviso eri proiettato per un'ora e mezza o due in un altro mondo, dove non c'erano esami, autobus affollati, città che ti osservavano attraverso i finestrini mentre eri inscatolato dentro l'autobus e ti trovavano troppo sprovveduto per poterti permettere di scoprirle più di così. 

E' chiaro che uno, a un cinema così, si affeziona. 
Si affeziona al punto tale da cercarsi, lustri dopo, una casa proprio lì vicino, che così scende ed è già praticamente seduto in sala. Se compra un gelato fuori, riesce pure a gustarselo durante l'inizio del film.

Poi, all'improvviso, il cinema chiude
Proprio dopo che si è comprata la casa.
Tipica legge di Murphy.
Le biglietterie vuote, ancora intatte se viste appoggiando il naso al vetro e mettendo le mani a conca a lato degli occhi, sono circondate da un night club che avvolge le sale, ancora com'erano, con le sue piste da ballo. 
Quando si passa là davanti, si ha un sussulto. 
Negli alloggiamenti delle locandine compaiono manifesti colorati. 
Ci si gira con una nostalgica speranza che accende i ricordi. 
Ma no, è solo la pubblicità di una serata a tema del night. 

Perché le città crescono, si evolvono, 
si rigenerano sugli strati sepolti delle epoche precedenti.
Si disegnano e poi si ridisegnano
A volte in modo indimenticabile. 
Altre in modo dimenticabile.  
Ma poi si ridisegnano ancora, e ancora, e ancora,
e dei disegni precedenti non restano che i ricordi. 
Quelli indimenticabili. 

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