LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 22 gennaio 2016

Muse


No, questo non è un post sul famoso gruppo alternative rock britannico.

E' un post sulle divinità greche ispiratrici delle arti, che poi per antonomasia sono diventate qualsiasi evento, persona, oggetto, pensiero scatenante dell'ispirazione.

Uno è lì che vive immerso nella più temibile e devastante causa di morte in vita, la NOIA, che fagocita qualsiasi estro, e si presenta prima o poi alle porte di tutti, e ormai pensa che sia successo qualcosa di inevitabile. Che i neuroni siano fioccati giù dal proprio cervello come forfora, con la differenza che il cuoio capelluto si ricrea e quelli no. Uno si convince che la degenerazione sia ineluttabile, e non crede nemmeno di essere annoiato, o poco stimolato. Si assuefà alle situazioni in cui vive, si crea riferimenti in base a ciò che lo circonda. Il mondo diventa un insieme di quei riferimenti e si dimentica il passato, quando, non si sa come, non si sa perché, si era zeppi di idee e non si vedeva l'ora di estrinsecarle.
La creazione diventa un lavoro.

Poi, ad un certo punto, ecco che arriva la Musa.
Forse era andata a farsi un vacanza, forse era impegnata con altri.
Forse la sua assenza era stata così lunga che la si era scordata.
Invece torna,
sotto forma di oggetto, pensiero, sogno, persona, idea, istante,
e ci coglie.
E' un interruttore che viene acceso all'improvviso: di colpo ci si ritrova di nuovo presenti a se stessi, come dopo una giornata di vento che rende tutto sclent e lusent.

E allora si scopre che i neuroni ancora sono in buona parte lì,
e che non si può fare altro che assecondare quest'epifania,
sperando che non sfumi,
sapendo che sfumerà,
e che l'unica cosa che si può fare
è
fare ingorde scorte.

2 commenti:

  1. Ho visto questo post svolazzare per via come le poesie che i latini chiamavano bagattelle, leggero così o – se vuoi- insostenibile…
    E’ vero: non era l’uomo d’ingegno multiforme. Era la Musa multiforme. O la Musa d’ogni uomo o donna: Muse malate e venali, Muse che accordano lire da secoli, o che scordano dall’altro ieri libri per strada, Muse inquietanti con teste da pugno, o Muse curiose del bronzo di cui son fuse…
    Un poeta russo che salutava una donna:
    “E la penna ti insegue.
    Non ti raggiungerà. Sei come una nuvola.
    Parvenza della donna, e quindi, parvenza
    dell’anima per l’uomo. Non è così, Musa?”

    E i post-versi fanno venire una fame di tempo..
    Che poi un assolo finale di chitarra elettrica non ci starebbe male.

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  2. ...quanto è corto il dire e come fioco...anche le Muse, dopo commenti simili, hanno bisogno di fare il defrag

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