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mercoledì 26 febbraio 2014

Inconsapevoli o stronzi?


Da quando esistono le piste ciclabili non sono più lo stesso.
Una volta passeggiavo tranquillamente sui marciapiedi, consapevole del fatto che non potessi essere investito lì sopra se non da qualche pazzoide o sfigato automobilista (con contorno di tutta l'auto) che avesse un incidente tale da salirci.
Ora, invece, è stato invaso dalle cosiddette piste ciclaibili.
Prima camminavo tranquillo per tutto lo spazio, che era quindi mio, ora devo dividere il terreno con le biciclette. Mi chiedo come facciano a circolare con tutti questi gradini, cancelletti, paletti, tripli attraversamenti di strada, buche, salti. Il marciapiedi è fatto per chi marcia a piedi, lo dice anche la parola. Cosa ci facciano i ciclisti lì sopra è un mistero.
Per questo io continuo a comportarmi come sempre.
Cammino sul marciapiedi, che per nome è a me destinato.
Peccato che i ciclisti non siano affatto d'accordo.
I più passano a folle velocità, falciandomi, come se non mi vedessero e per caso non mi avessero schiacciato. Sarà la velocità che annebbia loro la vista? Questo spiegherebbe anche la totale assenza di segnalazioni che accompagna il loro arrivo. Già sono silenziosi, non potrebbero prendere un campanello o un fischietto? Devo però dire che quelli con il campenello o il fischietto, anche se meno pericolosi, sono assai più dannosi per il mio equilibrio psico-fisico. Uno che cammina sul marciapiedi avrebbe anche bisogno di stare un po' con se stesso, astrarsi dal mondo, ritirarsi nella sua dimensione in un luogo pacifico e privo di pericoli. E mentre uno è lì nell'ovattamento zacchete, anzi drinnete, arriva il ciclista risuonante, che vuole che ti sposti. Ma si sposti lui, che va così veloce. Io rimango dove sono. E manco mi giro a guardarlo, così non gli viene il dubbio che possa spostarmi. Esigo che sia rispettato il mio status di pedone e il mio diritto di vivere nel mio mondo quando sono al riparo dagli attacchi della strada.
Avevo anche un cane. Un giorno ero sul marciapiedi che lo lasciavo libero almeno di circolare per lo spazio permesso dal guinzaglio, ed è arrivato un ciclista. Il cane è volato da una parte, attaccato al guinzaglio, il ciclista dall'altra. Ho sofferto molto per la morte di Fido, ma goduto parecchio di più per quella del ciclista. Io me la sono cavata con qualche contusione, quel che ci voleva per poter deambulare ancora più lentamente sul MIO marciapiedi, chiedendomi se i ciclisti che mi vorrebbero tanto travolgere siano stronzi o semplicemente inconsapevoli.

Firmato: il pedone

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