LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 12 febbraio 2014

Come stai?

Nella vita si chiede spessissimo come stai e si risponde tantissime volte alla domanda.
Generalmente la risposta è bene.
Si può tranquillamente essere sotto un treno (psicologicamente, dato che se lo si fosse fisicamente si mentirebbe spudoratamente) e rispondere bene. 
Lo dicono anche Niccolò Fabi e Daniele Silvestri in una canzone, non è previsto che si risponda per davvero. E se lo dicono loro, non è che voglia dire che ci sia da crederci, ma siamo già in tre a dirlo, io nel post e loro nelle strofe.
Il punto è che, se tutti quelli a cui si chiede come stai dopo il ciao iniziale si  mettessero a raccontare i loro veri stati d'animo, si sarebbe tutti fermi a parlare, e non si andrebbe più da nessuna parte.
 E' un po' come tra senegalesi, che quando si salutano si chiedono e si rispondono un sacco di cose su salute famiglia figli, e usano una formula prestabilita. Si accelera la parlata, e secondo me ben presto si diranno solo le iniziali delle verie parole che compongono la filastrocca da recitare, perchè con l'avanzare della velocità della società anche quei cinque minuti sono troppi.
Alla fin fine, rispondere bene a uno che chiede come stai è un modo per far girare la società, l'economia, la vita. E per infondere un po' di sano ottimismo plastificato, che fa tanto tanto tanto bene.
E poi, francamente, a quanti di quelli che ci chiedono come stiamo interessa veramente? Qualcuno c'è, ma la maggior parte della gente è terrorizzata all'idea che ci mettiamo a snocciolare i nostri successi o insuccessi e relativi sentimenti. Probabilmente, se non si rispondesse bene alla maggior parte, si otterrebbe il risultato di aprire un varco tra i nostri conoscenti tipo Mosé nel mare, dove i conoscenti sonoovviamente  il mare. Non che sapere che a nessuno frega molto di come stiamo sia tanto bello, ma forse è meglio continuare a diffondere una lunga serie di sani "bene" plastificati, considerando che se la gente pensa a noi infinitamente meno di quello che crediamo, questo vuol anche dire che forse si fa un po' meno i fatti nostir di quel che crediamo. Del resto, quelli glieli spiattelliamo orariamente e copiosamente su Facebook noi in prima persona e senza che ci sia richiesto.
 E si sa, le risorse scarse fanno più gola di quelle abbondanti.

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