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venerdì 13 maggio 2011

Hobby fastidiosi

A Genova c'è un locale per gli aperitivi dove si deve prenotare una settimana prima, arrivare tutti ben vestiti, evitare di sparare olive nei piatti dei vicini, sorridere poco e non ridere mai sguaiatamente con il cibo incastonato tra i denti, masticare a bocca chiusa, e tutte quelle cose facenti parti del bon ton.
Io non è che sia proprio adattissima a simili luoghi, ma mi cimento volentieri nell'impresa, quindi ci sono andata ben due volte, forse tre.

La prima volta che sono riuscita ad accedere a questo tempio dell'aperitivo, prima di cimentarmi nell'inforchettamento simmetrico dell'oliva, ho assistito a una scenetta che mi ha lasciata piuttosto indifferente. C'erano due anziane signore vestite con gonnelloni scozzesi e impettite come se fossero state impalate di fresco che protestavano per il luogo dov'erano state messe, facendo un gran baccano, seppur parlassero sorridendo molto poco, anzi per nulla, e senza far vedere i denti, tantopiù che ne erano smunite. Insomma, in un posto asettico, dove tutti i tavoli erano uguali gli uni agli altri, rompevano le scatole perchè erano state messe lontano dal buffet. E non se ne andavano sdegnate, continuavano, vociferando con la bocca cul-de-poule, a rincorrere i camerieri, che ormai si scambiavano disperate occhiate di comprensione reciproca.

La seconda volta che ci sono andata ero finita seduta attaccato al buffet, ed ero piuttosto soddisfatta della mia sistemazione. Mentre cercavo di non spruzzare un'ostrica intera in faccia ai vicini di sinistra, è arrivata una delle due signore, e l'hanno accompagnata fino al tavolino sulla mia sinistra. Lei li ha squdrati come se fosse appena stata colta da paralisi per un'erronea inclinazione dello schienale, quindi si è alzata e ha iniziato a urlare, ma sempre senza mostrare i denti e con la bocca cul-de-poule, che una raffinata come lei mai accetterebbe di sedersi vicino al buffet, e che nella prenotazione aveva chiaramente specificato di voler essere sistemata nel sesto tavolino a partire dal ficus. Ha abbandonato il posto, con su tutte le borse, e si è rimessa a seguire i camerieri. A quel punto ho capito che il suo vero scopo era la scenetta, e non consumare l'aperitivo. Un hobby come un altro.

Per un attimo ho pensato che sarebbe stato carino se un ladro le avesse fregato tutte le borse.
Ma non l'ha fatto.
Le borse, quando è tornata, erano ancora tutte là.

Anche il ladro ha avuto paura di ritrovarsi la vecchia alle calcagna.

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