LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
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mercoledì 20 maggio 2009

In bocca al lupo tra ex coinquiline

Tempo fa avevo una coinquilina. Si dà il caso che la coinquilinaggine sia coincisa con il periodo universitario di entrambe e che, per scherzo, la prima volta che ho dato un esame, lei mi abbia augurato "Spaccati una gamba". L'esame andò bene. Da quel giorno, ogni volta che davamo un esame, ci preparavamo auguri di catastrofi immani, e generalmente passavamo gli esami.

Dato che ad un certo punto lei ha smesso di dare esami, ma io no, ora le dediche me le fa solo più lei. Generalmente in un sms. Ma, per la fine di questa S.I.S., ha pensato bene di prapararmi non un sms, non due sms, non tre sms, ma una mail chilometrica!!!

L'ho trovata molto caruccia, nel suo genere. Per questa ragione, la condivido con voi, oggi, primo giorno dello scritto di uno degli esami più importanti della mia vita, il che giustifica la mail più lunga della vita dei nostri "in bocca al lupo" .

Eccola!

C’era una volta, in una gioiosa e abbastanza grigia città del nord d’Italia, una ragazza: Mattea.
Già dal nome si poteva immaginare che qualcosa di strano sarebbe successo nella vita della giovane (ormai neppure più tanto giovane, il tempo passa per tutti), ma mai quanto avvenuto realmente.
Tralasciando i primi 29 anni della sua, comunque ricchi di eventi strambi, irripetibili nella storia dell’umanità e irraccontabili, arriviamo al giorno 20 maggio del 2009, data ormai storica negli annali di tutte le nazioni, per riassumere brevemente gli avvenimenti del giorno.

Ore 8.00
La ragazza, dopo una notte insonne e agitata, si sveglia. Oggi ha un esame importantissimo, deve essere al massimo della forma mentale e fisica!
Pensando, come al solito, di ritrovarsi con un aspetto normale (che di normale ha già poco, ma facciamo finta che sia così, non si può infierire ulteriormente sulla storia), si alza e inizia con la giornaliera ginnastica del risveglio: pesi con bottiglie di plastica riempite di sabbia. Ed ecco che, dopo pochi secondi di esercizio, si rompono i legamenti del braccio destro. Oh nooooo, come farà adesso? Beh, per fortuna è mancina: “No problem”, pensa subito, “il dolore si cura e posso scrivere lo stesso”. Così, ecco che si fa una bella iniezione di cortisone (ovviamente, chi non ha sempre in casa siringhe di cortisone?) e il dolore passa immediatamente.


Ore 8.30
Rinvigorita dal cortisone e felice dell’inaspettata fortuna (poteva farsi male al braccio sinistro!), decide di fare colazione: non si può affrontare una giornata con lo stomaco vuoto!
Mette il bricco dell’acqua sul fornello, cerca di accendere il gas e puffffff, si incendia tutto: bricco, cappa, mobili a fianco della cappa e … i capelli!
Presa da panico e con i capelli in fiamme, corre in bagno per mettere la testa sotto l’acqua ma, nella folle corsa al lavabo, si inciampa nelle ciabatte lasciate disordinatamente sul pavimento: batte la testa sul lavello e nella caduta si lussa la spalla destra. Sempre con i capelli in fiamme si rialza, apre l’acqua del rubinetto, si tuffa con la testa sanguinante sotto l’acqua ma … sbatte il naso sul rubinetto. Perdindirindina, si è rotta anche il naso la povera ragazza!

Ore 9.00
Distrutta dal dolore, Mattea, riesce, senza ulteriori danni, a vestirsi.
Ovviamente ha la faccia irriconoscibile, tutta gonfia per il naso rotto, la testa con un bozzo enorme viola e il braccio destro a penzoloni: tra legamenti e spalla è ormai fuori uso.
Non può comunque pensare di non andare all’esame, è troppo importante.

Ore 10.00
Mattea si reca alla fermata dell’autobus: troppo pericoloso pensare di andare in bici con il suo braccio!
Mentre aspetta l’autobus, tranquilla e persa nel suo dolore fisico, non si accorge che, nel trambusto del traffico mattutino, una moto perde aderenza in strada e … le finisce dritto dritto addosso!
Ma non è nulla, Mattea è “una dura”, ha soltanto una caviglia rotta in più ora, poco più di quello che già aveva!

Ore 10.15
Finalmente arriva il pulmann: l’autista, vedendo la giovane, inizialmente si rifiuta di farla salire. Per lo stato in cui si trova, appare una poco di buono. Dopo varie insistenze riesce comunque a salire. E il pulmann la porta, indenne, fino alla scuola.

Ore 11.00
La fatidica ora dell’esame. Mattea si avvia alla sua sedia (sotto gli sguardi frastornati dei suoi amici e dei professori) e si siede. Ma nooo, la sedia cede sotto il suo dolce peso. Questo è il colpo finale: si è rotto l’osso sacro.
Mattea non ce la fa: sviene.

Ore 12.00
La ragazza viene trasportata all’ospedale: NON E’ RIUSCITA A DARE L’ESAME e ha perso due anni della sua vita.

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