LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

mercoledì 31 gennaio 2018

Quando ti accorgi che sei vecchio - e preferisci esserlo - il che vuol dire che sei davvero vecchio

Sei al cinema a vedere un film su De André.

Come spesso accade, la proiezione è preceduta da una serie di pubblicità, tra cui ne compare una di un film su Caravaggio con la voce di Manuel Agnelli.

Dietro, si sentono delle voci.
Voci fresche e giovani, uno direbbe ventennali.
"Chi è Manuel Agnelli?"
Stilettata al cuore.
"Non sai chi è? Ignorante!"
Sollievo, come quando vedi che arriva qualcuno a toglierti il pugnale dal cuore e pensi che ti farà meno male senza che con.
"E' quello di X Factor".
Ok, ti accorgi che quando te lo sfilano fa ancora più male.

sabato 27 gennaio 2018

Soddisfazioni 2

PROF: il commercialista supporta le aziende clienti, tiene loro la contabilità, presta consulenza in campo fiscale-tributario, si occupa delle dichiarazioni dei redditi,...
ALUNNO: ma prof, quindi se cerco un commercialista lo trovo a Porta Palazzo?
PROF: Beh, se guardi su pagine gialle immagino che ce ne siano anche lì.
ALUNNO: ma che me ne faccio di pagine gialle, è pieno, sono tutti lì con i banchetti!


venerdì 26 gennaio 2018

Soddisfazioni


PROF: In bocca al lupo!
ALUNNO: Grazie!
PROF: Ma non si dice grazie. Si dice crepi. Rifacciamo!

PROF: In bocca al lupo
LUI: Rifacciamo!

giovedì 25 gennaio 2018

Slippery when wet


Uno è lì che nuota in piscina e intanto pensa a cose cruciali, perché deve trovare delle idee, idee che non gli vengono nella frenesia della vita smartphonificata accelerata distratta multitache fuori dall'acqua.
Invece, lì, può limitarsi ad essere multitache e, oltre a nuotare, concentrarsi ad esempio, senza fare riferimento alcuno a persone realmente esistenti e tantomeno vicine o coincidenti con l'autrice di questo blog, su che titolo dare al libro che gli pubblicheranno tra poco. Urge un titolo decente, quello originale è stato bocciato, le proposte sono assai peggio dell'originale, uno deve fare tutto da solo, lavorare mentre nuota, questa è la vita contemporanea.

Di colpo, lo coglie l'attacco di creatività: iniziano a venirgli in mente titoli fighi; ci riflette per combinare le parole nel giusto modo.

Ad un certo punto ne ha vari in mente e inizia a provare un terribile timore: la dimenticanza.
Mentre conta le vasche, si ripete i titoli già ideati, e intanto ne cerca altri, ma ogni titolo in più ha un maggior panico da gap di memoria.

Deve appuntarseli in qualche modo, ma il prima maledetto smartphone, quello che gli avrebbe impedito di concentrarsi, è appunto inoffensivamente chiuso con la modalità aereo in un armadietto degli spogliatoi. E poi sarebbe difficile digitare con le dita bagnate.

Quando i titoli, tutti fighissimi, sono diventati troppi per la mente martoriata da vizi, tempo e conteggio delle vasche, uno arriva a fare un cenno al bagnino, a chiedergli se per favore ha carta e penna. Il bagnino e carta e penna appartengono a due universi distinti e inconnettibili, infatti lui scuote la testa con occhio quagliato. Poi, anche se le avesse, come farebbe il nuotatore a scrivere? Il foglio diventerebbe un'illeggibile spugna, con l'inchiostro allargato a formare indefinite macchie di Rorschach, e la base d'appoggio sarebbero le grate di scolo del bordo della piscina. Poi, tra un'aggiunta e l'altra, la pagina se ne starebbe nell'umidità a stingersi sempre più.

Niente da fare, l'unica è memorizzare tutto.

Resistere fino alla sessantesima vasca.

Considerare che, in fin dei conti, l'idea migliore sarà quella che sopravviverà alla sfida della memoria.

Dopo un'ora e mezza uno uscirà dalla vasca, arriverà al cellulare correndo come un ossesso sulle segnalatamente scivolose piastrelle, armeggerà come un ossesso sul lucchetto cinese che ha messo all'armadietto, agguanterà il cellulare con mano viscida, in qualche modo accederà al blocco notes e finalmente potrà scrivere le pregnanti, ultime idee che gli sono rimaste in testa:

"56, 57, 58, 59, 60. Finito!"

lunedì 22 gennaio 2018

Attenzione al cliente

Il Decathlon è attento alle mie esigenze di sportiva.
Il Decathlon cerca di migliorare continuamente i suoi prodotti.
Il Decathlon mi informa sempre che alcuni prezzi sono scesi.
Il Decathlon ha aperto vicino a casa mia, e quindi ci vado a piedi.

Il Decathlon, però, mi pare che adesso esageri un po':



martedì 9 gennaio 2018

Realizzazioni distorte


A volte si dice che quando si ottiene ciò che si voleva non lo si voglia più.
Si dice che si vuole solo ciò che non si può avere.

Secondo me la la questione è leggermente diversa.

Il punto è che, quando si vuole qualcosa, la sua raggiungibilità, di solito, è direttamente proporzionale all'importanza che gli si dà.
Più gli si dà importanza e più irraggiungibile è questo qualcosa, più tempo intercorrerà tra la nascita del desiderio e la sua realizzazione.
Molto spesso il tempo tende a ad infinito, ma qui andiamo ad analizzare il caso in cui il tempo sia definito seppur lungo, e quindi si raggiunga questo qualcosa.

L'uomo, anche se ha una creatività discutibile, è spesso dotato di molta fantasia, soprattutto per le cose ritenute difficilmente realizzabili. Dato che la fantasia sul presunto irrealizzabile è aggratis, tanto vale darci dentro e creare un sacco di particolari. Più il tempo passa, più ci si pensa, più si arricchisce l'idea.
Quando anche accadesse ciò che si desiderava, non sarà mai come lo si era immaginato.
Insomma, accade, ma non come si vuole.
Quindi non è che non si voglia ciò che si desiderava e si sia finalmente ottenuto.
Non si vuole ciò che si desiderava nel modo in cui è avvenuto.
In definitiva, non si tratta della maledizione gitana, ma di una distorsione nella realizzazione del desiderio. Che quindi rimane irrealizzato.

Il brutto nella realizzazione delle cose belle pensate a lungo, è che si sono immaginate sempre troppo belle.
La consolazione è che spesso vale anche il rovescio della medaglia: il bello nella realizzazione delle cose brutte pensate a lungo è che si sono immaginate più brutte del possibile, per la solita scaramanzia che si accantona solo quando si immagina il bello possibile ma difficilmente raggiungibile.

L'unica sarebbe esprimere desideri semplici,
lasciarli semplici nel tempo,
pensarci il meno possibile,
o realizzarli prima che il pensiero ti freghi.
O ancora, realizzare desideri prima di desiderarli.
Avere improvvisa felicità dalla realizzazione di un desiderio mai espresso è possibile?
Si può realizzare qualcosa di non desiderato?
Magari la soluzione è proprio evitare di desiderare ciò che si vuole,
desiderare qualcos'altro,
qualcosa che non si vuole davvero,
qualcosa che se si realizza chissenefrega,
l'importante è che accada l'irrealizzabile,
cioè la realizzazione del desiderio non desiderato.