LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

domenica 31 dicembre 2017

Buon anno


“Vivo ancora e penso ancora: debbo vivere ancora, perché debbo pensare. Sum, ergo cogito: cogito, ergo sum. Oggi chiunque si permette di esprimere il suo desiderio e il suo pensiero più caro: orbene, anch’io voglio dire ciò che oggi desidero da me stesso e qual è il primo pensiero che, quest’anno, mi ha sfiorato il cuore; quale pensiero sarà motivo, pegno e dolcezza della mia vita a venire! Voglio imparare sempre più a vedere la bellezza nella necessità delle cose: così diverrò uno di coloro che rendono belle le cose. Amor fati: questo sia, d’ora innanzi, il mio amore!”

F. Nietzche

lunedì 25 dicembre 2017

Buon Natale


Da quando c'è whatsapp ho riscoperto il piacere delle cose semplici.

Quest'anno, dopo essere stata bombardata da filmati di ogni tipo, in vetta a cui sicuramente campeggiavano cuccioli vari calzanti cappellini da Babbo Natale, seguiti da ogni sorta di cori in dialetto, Babbi Natali con le braghe calate che si puliscono con le letterine dei bambini, nonnine che cavalcano alberi addobbati, fatine magiche ciondolose e campanellose e chi più ne ha più ne metta, mi è venuto un desiderio di essenziale.
Ho apprezzato quelli che mi hanno scritto una riga, buon Natale, e basta.
No filmati da scaricare, no filastrocche, niente.
Solo buon Natale, ho pensato a te, ti saluto, ti auguro di passare una bella giornata.

Allora ho pensato di farlo pure io.

Un bel messaggio: Buon Natale
Magari senza punteggiatura.

Poi mi sono detta che magari la persona potrebbe pensare che lo mandi a tutta la rubrica con qualche macro strana, con qualche app spargimessaggi.
E invece no.
Il messaggio del Natale deve essere sintetico, ma personalizzato.

Allora ho avuto un'ideona.
Ho creato una macro che scriveva a tutta la rubrica "Buon Natale, nome presente in rubrica".
Ok, qualcuno ha ricevuto un "Buon Natale, deficiente", qualcun altro un "Buon Natale, Boh", qualcun altro "Buon Natale, Rompiballe del cortile", ma per un numero statisticamente significativo di persone il messaggio spero sia passato.
Ho pensato a te, proprio a te, ti saluto, ti auguro di passare una bella giornata.

E allora

Buon Natale, lettori del mio blog

martedì 19 dicembre 2017

Creatività


Cosa vuol dire creare?
Creare vuol dire partire dal nulla e ottenere qualcosa.
Ma proprio dal nulla.

La creazione vera e propria è qualcosa di non umano, lo dice anche il dizionario:

1. Trarre, far nascere dal nulla, riferito spec. a Dio: Iddio creò il cielo e la terrasiamo stati creati a immagine e somiglianza della divinitàEll’è [la volontà di Dio] quel mare al qual tutto si move Ciò ch’ella cria o che natura face (Dante)

Quando gli uomini dicono di essere creativi, hanno quindi la presunzione di essere delle specie di dei demiurghi?

Alla fine hanno rimediato al problema aggiungendo la voce 2 nel dizionario. 

2. estens. a. Riferito all’uomo, produrre, costruire, fondare, comporre, o inventare, ideare, foggiare, e in genere far sorgere, dare vita a qualche cosa: cun’industriacnuovi sbocchi al commercioclavoro per la manodopera disoccupatacuna nuova modaun nuovo sistema di calcoloun nuovo vocabolo, ecc.; di opere dell’ingegno: cun capolavorouna vera opera d’arte; di cose astratte: non vi create troppe illusionicerca di non crearmi delle difficoltàsei buono solo a cimpicci. Poco com., procreare, generare, mettere al mondo: sosteneva che non ci si sposa soltanto per cdei figlib. Con soggetto di cosa, far nascere, formare, dare origine a qualche cosa: le sue parole avevano creato un certo imbarazzo fra i presentici vorrebbe un po’ di musica per cl’atmosfera; assol.: Sdegno il verso che suona e che non crea (Foscolo). Nell’intr. pron. crearsi, sorgere, formarsi, determinarsi: bisogna evitare il crearsi di uno stato di tensione tra i due paesis’è venuta così a creare una situazione paradossale.

L'hanno chiamata estensione, io la definirei più contrazione.
Dal dio all'uomo, la chiamano estensione.
Presuntuosi.
Scommetto che il dizionario l'hanno scritto uomini e non dei.

Gli uomini non sono assolutamente in grado di creare dal nulla. Al massimo creano dall'esistente, e che specie creazione è? E' semmai una creazione riproduttiva, nella migliore delle ipotesi espansiva di qualche nuce già esistente.

Forse la creazione più creativa e meno riproduttiva è quella di altri uomini (che poi si chiama invece beffardamente riproduzione), attività che non ci contraddistingue minimamente da tutti gli altri animali. E dovremmo vantarci di essere creativi in questo senso?

Se andiamo a cercare la nostra capacità creativa in ciò che ci distingue dal resto del regno animale, indaghiamo nelle produzioni intellettuali e artistiche.
Ma, per esempio, la musica nasce dalle note, la scrittura dalle lettere, tutte cose che esistono già e si combinano in modi non infiniti.
In più, anzi, in meno, di solito si prende un mix di cose che si sono viste sentite annusate toccate assaggiate, lo si frulla o shakera, e riproduce in un modo proprio, che però è sempre scaturigine di cose già dette pensate scritte da altri prima.

A me piace sempre scrivere nei miei CV che sono creativa.
Ma è perché sono presuntuosa e amante dell'utopia.

giovedì 14 dicembre 2017

La lontananza sai è come l'herpes


Quando due persone sono lontane, per quanto amici amanti o altro siano, la lontananza incide.

C'è poco da dire che la lontananza sia come il vento, per me è più come l'herpes.

Anzi, in realtà non è la lontananza ad essere come l'herpes, ma lo è quello che rimane dei rapporti che prima erano in vicinanza.
Il titolo non avrebbe reso molto, anche se sarebbe stato più corretto, appunto, scrivere: "I sentimenti prima in vicinanza e attualmente in lontananza sono come l'herpes".
Poco commerciale, di pessimo appeal.
Meglio quello che ho messo, imperfetto e d'effetto.

Il punto è che, per quanto forte possa essere un rapporto, se si crea lontananza fisica, alla lunga, magari aggiungendoci pure lontananza comunicativa, il rapporto fa un po' come un herpes coperto di cremine e collosi dischetti trasparente. Apparentemente scompare, in realtà langue. Poi, di colpo, succede qualcosa, si è un po' meno immunizzati, un po' meno sul chi va là, ed eccolo tornare. E via di dischetti e cremine, torna a sprofondare nella profonda e inattendibile profondità epiteliale.
La lontananza è così.
ha un effetto ciclico sugli affetti.

Poi c'è anche gente che meno c'è più ti manca, e ogni giorno che passa la situazione peggiora, ma appena ricompare smette immediatamente di mancarti, anzi ti chiedi perché mai ti sia mancata. Appunto, come l'herpes.
Con la differenza che l'herpes non lo vorresti mai.
E fai benissimo a non volerlo.
Ma c'è.
E torna.

E per finire c'è gente che è sempre stata in lontananza, che hai creato a tua immagine e somiglianza perché tanto non c'era veramente, e quando si palesa nella sua vicinanza, anche lei diventa un herpes imprevisto, che si vorrebbe soffocare con un dischetto gigante, nemmeno troppo trasparente, ché poi si nota troppo la differenza con la proiezione e ci si rimane male.

Alla fin fine, comunque, c'è da dire che la lontananza fa capire delle cose.
Sbagliate.
Ma sempre cose.