LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 6 giugno 2016

L'ira funesta


Uno è lì che si fa la sua vita, cercando di barcamenarsi alla bell'e meglio nei flutti burrascosi degli eventi, pensando che tutto sommato a furia di vivere ha imparato a gestire lo schiumino della cresta dell'onda che gli sbatacchia in faccia e gli riempie la bocca e gli irrora gli occhi e gli inonda il setto nasale mentre cerca di nuotare in qualche modo, per andare non si sa bene dove, ma si dice che sa anche bene dove.
Uno è lì che si dice che bene o male sa gestire la logica degli eventi, che sa come reagirà alla prossima onda, e che alla fin fine saprà se beccarsela dritta in faccia e resisterle mentre inspira acqua anziché aria o se immergersi di testa e passarle sotto per uscire indenne.
Uno, mentre si dice tutto questo, mentre è lì che si ripete che ormai sa, inizia a confondersi, inizia a immergersi quando si abbassa il livello del mare e a tirare fuori la testa quando arriva l'ondata increspata che gli s'infrange in faccia e gli disordina i connotati con la sua forza devastante.
Allora uno, di colpo, viene colto da uno spirito guerriero, che si mette a ruggergli dentro. Non si sa se sia guerriero contro qualcun altro o contro se stesso, così incapace di gestire la logica dei flutti; non sa bene perché rugga, ma rugge, e alla fin fine capita pure che invece di ruggergli solo dentro gli rugga pure fuori.

Le reazioni del ruggito sono molteplicemente deficienti.

  • C'è gente che si mette lì e spacca tutto. Generalmente lo fa a casa propria (che i panni sporchi si lavano in casa). Il ruggito dell'ira funesta non fa distinzioni, si avventa contro qualsiasi cosa le si pari davanti. Se uno non è un violento seriale o un assassino o entrambe le cose, solitamente si sfoga sugli oggetti. Più l'ira è funesta, più gli oggetti prescelti saranno di valore, tipo gli occhiali da seicento € di tuo figlio, che ti guarderà sbigottito mentre li calpesterai fino ad averli ridotti in briciole microscopiche, il pc nuovo da 2000 € con dentro documenti in unica copia non ancora claudificati e preziosissimi nonché urgentissimi da usare, la bici da 5600 € appena comprata e fino a quel momento custodita in una teca di cristallo su un piedistallo d'argento, e oggetti del genere, ché poi, se e quando il raptus passa, subentra l'ira funesta contro se stessi più per ciò che si è fatto che per il motivo originario. 
    • Un divertente sottoinsieme della casistica è lo sfogo dell'ira nei confronti di beni appartenenti ad altre persone, in azioni del tutto inaspettate sia dal loro soggetto che dall'oggetto, tipo tirare un calcio a un barboncino attaccato alla padrona, facendogli descrivere una perfetta parabola in cielo guastata solo dalla forza centrifuga del guinzaglio. Trattasi di un'ottima modalità per scordare totalmente le ragioni dell'ira iniziale, presi come si sarà dal cercare di difendersi dalla vittima innocente, sia essa il barboncino infuriato, che si sa, è tipicamente aggressivo, o la padrona inalberata, che, per quanto magrolina vecchia e decrepita sia, se le si tocca il cane scova in sé energie sopite. 
  • C'è gente che decide di farsi del male da sola in modi del tutto originali. 
      • Se uno è bilingue, va a scuola e deve fare un compito nella lingua che usa correntemente con uno dei suoi genitori, mettiamo l'inglese, inizierà cocciutamente a scrivere errori all'uopo, tipo "I is", fino a consegnare un compito che testimoni un quasi totale analfabetismo e un QI pari a 0,1.
      • Se uno lavora da anni anni e anni per ottenere un certo obiettivo e sta finalmente per farcela, ma subentra l'ira funesta per qualche motivo realmente o apparentemente estraneo al raggiungimento della meta, vedrà ben di far esplodere la rabbia proprio nel momento clou, tipo nella discussione finale di qualche tesi, nella riunione definitiva di qualche progetto, nella gara finale di qualche torneo. Farà qualche discorso degno di Martin Luther King, ma invece di salvare gli emarginati, il suo intento sarà quello di affossare se stesso - non saprà bene perché né percome, saprà solo che sarà -, ingenerando ondate matrioschiche di ire funeste che s'avviluppano una intorno all'altra.
      • Se uno è proprio arrabbiato e non ha compiti a scuola, né progetti quasi realizzati, né tornei, né  tesi da discutere, se la potrà prendere con sé stesso fisicamente, come quelli che arrivano a tagliuzzarsi parti del corpo variegate, tipo braccia pancia vene, ma anche in modi più cerebrali, tipo dando craniate contro il muro finché si dimentica totalmente i motivi per cui lo sta facendo e, una volta riavutosi dallo svenimento conseguente, si troverà in preda a una totale, rassicurante, reiniziante amnesia che farà sì che possa tranquillamente riprendere a vivere da zero, partendo ben lontano dall'ira finale, che comunque prima o poi si ripresenterà, essendo come gli alieni che a volte ritornano. 
  • C'è gente che inizia a fare qualcosa di sportivo e non la finisce più finché è talmente stronato dalla fatica e pervaso dalle endorfine che non pensa più a nulla, non ricorda più niente, anche perché è passato tanto di quel tempo da quando ha iniziato che la memoria è venuta meno. 
  • C'è gente che si tappa in casa, si scava un giaciglio nel divano, accende la tv su telefilm di rara demenza e di illimitate puntate, ordina cibo a caso (basta che sia caloricissimo) su Foodora a intervalli di mezz'ora l'uno dall'altro finché capienza della carta di credito possa arrivare, e vive così finché non subentreranno una vergogna e uno schifo autodiretti che impiegherà un bel po' di tempo a smaltire, in modi che rientreranno probabilmente nelle altre casistiche dell'elenco puntato. O, se non cambierà, potrà ambire all'ingresso nel Guinness del primati per l'essere umano più grasso del mondo, cosa che si rivela però essere molto dispendiosa in termini sia di pagamenti a Foodora sia di abbandono del posto di lavoro senza giusta causa sia di mantenimento in vita della propria persona.
  • C'è gente che si stordisce con sostanze tipo alcool droghe psicofarmaci. Poi va a lavorare e proprio quel giorno c'è il medico che gli fa il controllo. Avrà poco da dire che quelle "tracce" di alcool sono del propoli per il mal di gola, o che ha fatto colazione con il Pan Bauletto, o ancora che ha appena mangiato un Mon Chéri. Verrà licenziato in tronco, cosa che a volte, a vederla con un certo distacco, non è nemmeno così negativa ai fini del dissolvimento dell'ira funesta. 
In ogni caso c'è poco da fare.
L'ira funesta prima o poi arriva. 
Studiate bene le casistiche e sceglietene una o due idonee a voi,
possibilmente non troppo dannose,
magari allenatevi un po' invano,
tanto per non farvi trovare impreparati,
cosa che inevitabilmente accadrà.

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