LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

martedì 19 aprile 2016

Chiedere scusa


Quando si dice che dopo i trent'anni si smettono di fare cose nuove, non si pensa alle molteplici opportunità che offre la vita stessa, anche se non si fa niente di straordinario, anche se ci si limita a scorrazzare per i parchi e le aree pedonali della propria città, porgendo le proprie carni primaverilmente scoperte alle fauci di cani sguinzagliati e saltellanti.
E così, primavera dopo primavera, nuove sorprese colgono l'ultratrentenne, ma anche l'ultraquarantenne, e pure l'ultrasessantenne proprietaria di cane mordente. 
Costei, secondo copione di fossilizzazione legata all'età, era convinta di essere dal lato della ragione quando il suo cane libero in un'isola pedonale ha affondato le fauci dietro il ginocchio di un'ignara jogger, probabilmente scambiata per un'alce. La colpa, secondo la signora, era della persona che si era fatta mordere dal suo dolce cagnolino. Si vede che gli risultava antipatica. Due anni fa, dopo aver omesso soccorso per correre dietro al quadrupede in fuga, aveva cercato di evitare la dichiarazione di cane mordente asportando a peso la morsicata dal Pronto soccorso, di non farle fare querela in quanto "lei aveva amici nella polizia". Dato che lo snack umano aveva preferito invece seguire tutta la trafila, aveva tentato in tutti i modi di far cancellare la querela per il suo comportamento allucinante, con le buone e con le cattive, alternando carota (mielose e falsissime richieste) e bastone (insulti che mi aspetterei più da qualche alunno bullo che da una facoltosa signora della Crocetta, affermazioni del tipo "lei non sa chi sono io"). Incartapecorita sulle sue posizioni secondo le quali lei è nella ragione comunque, anche se vedesse il suo jack russell con in bocca lo stinco di un quattrenne strappato dal corpo e sprizzante sangue a fiotti regolari, la signora ha continuato a portare a passeggio il bel cagnetto senza guinzaglio, nel solito posto.
 
Sorpresa alle soglie dei settanta, una bella chiamata dal Giudice di pace per avvio di processo penale. 
Eppure l'assicurazione ha risarcito il danno civile. 
E così la quasi settuagenaria, alla sua veneranda età, si procura un Avvocato (donna, questo è decisamente un post per le quote rosa), si alza un bel mattino all'alba, attraversa mezza Torino e si ritrova in un'aula davanti alla parte offesa. 
Deve comunicare i suoi dati e rendersi conto di avere un processo penale che le pende sulla testa. 
Afferma sorridendo "figurarsi, io nel penale? Mai successo". 
Ora sì, cara signora, le viene detto dal Giudice (donna). 
Anche tra i sessanta e i settanta si può provare l'ebbrezza della novità assoluta. 
Davanti al Giudice, l'offesa viene interpellata su ciò che vuole, con stupore che non sia accompagnata da un Avvocato, come tutti i presenti a tutti gli altri processi. 
Lei dice che non vuole soldi, vuole solo che la signora chieda scusa e prometta di tenere il cane al guinzaglio. 
I soldi sono più comodi, soprattutto se se ne hanno a palate. 
Chiedere scusa, invece, è faticosissimo. 
E' più facile insultare, ma davanti alla legge non si può. 
E così, bisogna ingoiare il sangue amaro che i soldi non possono drenare. 
C si deve alzare, schiarire la voce e dire un "Chiedo scusa" tra i denti. 
Il tutto davanti a una marea umana che, essendo  lì solo per i soldi, sorride, non si capacita che qualcuno si sbatta tanto per ricevere delle scuse. Sincere mai, ma spinte nello spazio interdentale con tali fatica e costrizione da essere impagabili. 
Baratto tra umiliante umiliazione e uscita dalla penalità. 
"Assurdo, assurdo", sibila tra i denti la signora, mentre il suo Avvocato cerca di zittirla. 
Assurdo ma vero. 
Anche a 70 anni si può imparare qualcosa.
Con le buone o con le cattive. 
E senza pagare. 
Soldi. 

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