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lunedì 11 gennaio 2016

Identità linguistico-cittadine


In Marocco le lingue ufficiali sono l'arabo e il tamazight, che è il berbero, strano mix di francese, arabo e piemontese (secondo la mia modesta opinione).

E' però risaputo che gran parte dei marocchini parli francese.
Talmente risaputo che se uno va in Marocco e si rivolge a qualcuno in francese gli viene risposto invariabilmente in inglese o in arabo. Insistendo molto, poi, ci si sente rispondere in francese. Chissà da dove deriva questo essere restii a confessare di conoscere questa lingua, pertanto ritenuta elegante e raffinata.

Andiamo ad analizzarne le ragioni partendo da una delle famose città imperiali, dove il fenomeno di negazione del francese è più massiccio.

Fès.

La pronuncia è identica a quella del francese fesse, che sta a indicare quelle parti posteriori su cui ci si siede e che in palestra vengono definite natiche dagli istruttori che vorrebbero sempre farle tonificare ai poveri clienti (facendo fare loro un culo così a furia di esercizi, soprattutto in questo periodo post-natalizio).
Ora, è ovvio che se quasi tutti a Fès conoscessero il francese non avrebbero piacere di vivere in una città il cui nome ricorda quello delle chiappe. E' un po' come essere clienti di in un supermercato che si chiama cojonazzo. E così, si fregiano di parlare inglese, dove il nome ha assonanza con face, che vuol dire faccia.
Sotto sotto, però, inconfessabilmente, molti sanno anche il francese, ma non amano rivelarlo, per evitare che si palesi l'identità Fès-fesse-face, da cui si potrebbe dedurre che abbiano la face come le fesse.

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