LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 28 settembre 2015

Lavori tremendi


Un angelo custode è uno che fa un lavoro pazzesco, un po' come un insegnante di sostegno.
Se come insegnante sostieni un alunno con difficoltà, devi sapere tutte le materie in cui ha problemi, ossia, nella stramaggioranza dei casi, tutte. Quasi sempre (non sempre) hai una laurea, ma da qui ad essere un tuttologo passa molta acqua sotto i ponti. E così ti trovi ad annaspare, in qualche caso.

L'angelo custode è peggio. Non si tratta solo di materie, ma di tutto quello che si può fare nella vita. L'angelo custode deve custodire il suo assistito in ogni momento. Va a passeggio? Passeggia con lui e controlla che non capiti nulla. Se per caso inciampa, lo sostiene in modo che non prenda una facciata al suolo. Se vede che gli sta cadendo un vaso in testa, lo spinge un po', in modo che non gli arrivi proprio sul cranio. Già per il vaso, ma anche per l'inciampo, serve una certa prontezza di riflessi. E si sta solo passeggiando.
I problemi nascono quando uno, invece di passeggiare, si va ad arrampicare in cima a un monte ventoso impervissimo. L'angelo custode deve saper arrampicare, e, mentre arrampica, deve controllare che non accada nulla all'assistito. Se l'assistito mette un piede in fallo e precipita, l'angelo deve allungare un braccio e sostenerlo, riuscendo a rimanere lui stesso appiccicato alla roccia.
Alla fin fine è un po' come nelle assicurazioni: più si vive pericolosamente, più servirebbe pagare un premio alto. Ma in campo di angeli custodi non c'è premio.
Bisogna sperare di averne uno tuttofare, che si sbatta e impari in fretta, e nel frattempo si deve cercare, da soli, di non ammazzarsi.
Ferie per l'angelo custode? Nessuna.
Se si mette in mutua può capitare che l'assistito si ammazzi scivolando in casa.
Se l'angelo custode non è uno che si dà da fare, è quasi sicuro che andando a fare sport pericolosissimi ci si ammazzi.
Alla fin fine, tra fare l'angelo custode e l'insegnante di sostegno, mi posso ritenere fortunata a fare il secondo lavoro.

giovedì 24 settembre 2015

Buona giornata anche a te!


Al Valentino, un parco di Torino, c'è una barca vecchierella ancorata lungo il lungofiume.
Sembra un rudere abbandonato, ma in realtà ci fanno feste.
Lì vicino passa un sacco di gente: c'è chi corre, chi cammina, chi pattina, chi rema.
Da un po', appeso alla fiancata, è comparso un lenzuolo con su scritto: "BUONA GIORNATA ANCHE A TE".
Tu sei lì che passi, magari immerso nei tuoi pensieri, e vedi questo messaggio.
Ma a chi mai hai augurato buona giornata?
 Chi si metterebbe ad augurare buona giornata a una barca, poi?
Però, mentre ti chiedi quello, ti viene un bel sorriso, ché sentirsi augurare buona giornata, ancorché da un barcone arenato, fa sempre piacere.

lunedì 21 settembre 2015

Infrazioni intelligenti


Il coordinatore di una classe è quello che mantiene l'ordine, quello più temuto.
Deve dettare le regole.
Fa un pippone inumano sul non dover utilizzare il cellulare in classe.
Mai, per nessun motivo, si deve prendere dallo zaino, a meno che non lo dica il prof.
In seguito comunica la sua email alla classe e invita gli studenti a mandargli una mail nel pomeriggio per essere aggiunti a una cartella on line condivisa.
Quando torna a casa, il prof accende il pc ed accede alla mail: vede una sola mail di un alunno, inviata esattamente alle ore 9,30, cinque minuti dopo il pippone sul cellulare: "Prof, son Pinco Pallo, mi aggiunga".
L'importante, quando si infrangono le regole, è farlo in modo intelligente. 

mercoledì 16 settembre 2015

Normalità?


Quando sei in una classe e devi insegnare, ti ritrovi in un posto dove ci sono:

  • 7 o 8 dsa (personaggi con disturbi specifici dell'apprendimento), ognuno con il suo trattamento personalizzato, perché non sono nella norma;
  • 3 o 4 alunni con disabilità, che sono abili ma diversamente, e allora bisogna far sfruttare loro le diverse abilità con diversi trattamenti;
  • 7 o 8 bes (bisogni educativi speciali), che, appunto abbisognano di educazione speciale. 
Rimangono 2 o 3 alunni NORMALI. 

La normalità sta ossimoricamente diventando una rarità. 










...eppure...da sfocati ricordi, scolastici anch'essi,...


normalità
nor·ma·li·tà/
sostantivo femminile
  1. Condizione riconducibile alla consuetudine o alla generalità, interpretata come ‘regolarità’ o anche ‘ordine’
    "rientrare nella n."

giovedì 10 settembre 2015

Izjemno dolg


La mente umana è fatta in modo strano.
Immagazzina cose di rara inutilità, come avevo già rilevato in passato.
La dimostrazione è il fatto che ancora ora mi ricordo solesegagira.
Sempre in tema di cervello intelligente, ultimamente ho realizzato l'importanza subliminale della tazza in rapporto con la mente. Davanti a me, ogni volta che faccio una seduta, compare il panorama che potete vedere qui sopra.
Mi sono scoperta, mentre conduco la mia solita (o a volte anche insolita) vita, a ripetere tra me e me come un mantra "izjemno dolg". Il mio cervello ha acquisito senza che me ne accorgessi le parole scritte sull'involucro della carta igienica e ormai non c'è più verso di metterle nel cestino mentale e svuotarlo come un file totalmente inutile. Ho pensato a lungo che izjemno dolg volesse dire "lunghissima" in qualche lingua dell'est. Poi sono andata su google translate ed ho scoperto che la lingua è dell'est, perché è sloveno, ma che quella magica formula significa "debito residuo". Il che vuol dire che io mi aggiro per il mondo pensando ogni tanto "debito residuo" in sloveno.
Per di più credendo che voglia dire "lunghissima", cosa che avrebbe molto più senso pensare in sloveno ogni tanto.
Molto interessante.
Ma non potrebbero scrivere cose più sensate sulla carta igienica?
Che so, i sette re di Roma, l'elenco dei Presidenti della Repubblica italiani, ...

lunedì 7 settembre 2015

Folli, pazzi e matti


Un pazzo è affetto da pazzia.
Un folle da follia.
Un matto da cosa?
Mattanza? No...la mattanza è un antico, tradizionale metodo di pesca del tonno rosso, sviluppato nelle tonnare.
Mattìa? No, Mattìa è un nome da maschio, rare volte anche da femmina.
Mattitudine? No,mattitudine non esiste proprio.
Un matto è affetto da cose diverse dalla follia e anche dalla pazzia, robe indefinibili, robe da pazzi, anzi, no, da folli, anzi no, da matti.

sabato 5 settembre 2015

Sfiga di gatto nero


Quando sei in bici e un gatto nero ti attraversa la strada, cosa pensi?
Pensi che sia stupido essere superstiziosi, che un gatto nero non possa portare sfiga.
Pensi che quel gatto sia amatissimo dalla sua padroncina che gli ha messo i fiocchiettini rosa e che come molti padroni di animali lo ama più di ogni cosa ma soprattutto di ogni persona al mondo.
Che attraverserà un sacco di volte la strada alla sua padroncina dall'affetto deviato e che lei si sentirà comunque fortunatissima ad avere cotanto animale da compagnia.
Pensi che però, tutto sommato, 'sto gatto nero potesse anche evitare di attraversarti davanti proprio in quella curva a gomito.
Pensi che, tutto sommato, nel momento in cui la tua ruota davanti sta tranciando di netto il gatto nero all'altezza dell'intestino, forse un po' di sfiga, sto gatto nero, la porti.
Sia a te, che ti stai schiantando giù da un fossato mente le tue ruote scivolano sull'ormai sparse le viscere morbide sull'affannoso asfalto,
sia al gatto, che sta veleggiando sulle ali immaginarie del nocchiero che porta all'inferno dei felini,
sia alla padrona, che per un po' non si riterrà più tanto fortunata.
Poi troverà un altro gatto,
lo infiocchetterà
di rosa
e tornerà felice
a scrivere cagate
su www.mondogatto.it.

mercoledì 2 settembre 2015

Attention! Buche!


In Italia, a volte, quando passa un politico, oppure quando c'è qualche evento tipo olimpiadi, o una città diventa città della cultura, capita che quei puzzle di rattoppi bucherellati come gruviera che sono le nostre strade vengano riasfaltate.
Quando non capita nulla, invece, rimangono gruviere rattoppate. A volte qualche pedone e ciclista si disperde in qualche voragine creata all'improvviso nell'asfalto. Poi arriva la camionetta con gli operai, viene piazzata una nuova toppa, e il malcapitato, dopo un po' di apparizioni su "Chi l'ha visto?" entra nel magico mondo dell'oblio permanente.
Quando capitano cose a metà, non troppo importanti ma nemmeno così insignificanti da lasciare tutto così com'è e fregarsene, la fantasia degli italiani si scatena.
Stavo pedalando su una strada dove vado ad allenarmi frequentemente, quando ho notato dei cartelli fantastici. "Attenzione, attention, achtung, buche". Per un attimo ho pensato che "buche" fosse scritto in francese e significasse quel dolce a forma di tronco che si fa a Natale. Poi ho capito che era in italiano e serviva a non far uccidere qualche partecipante di qualche gara. Ad ogni angolo c'erano scritte che indicavano che la strada è piena di toppe, buchi e curve a gomito.
Insomma, perché spendere per sistemare una strada quando si può avvisare la gente che fa schifo e lasciarla così, al massimo con una lunghissima toppa in bassorilievo che percorre longitudinalmente chilometri e chilometri?
Se non altro, i turisti avranno delle curiose foto da scattare e da commentare quando torneranno a casa.