LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

giovedì 16 aprile 2015

Uomini e bici


Quando sei una donna e vai in bici ti diverti perché gli uomini, così moderni, nel ventesimo secolo inoltrato, non sopportano che li superi o di andare più piano di te.
Se sei bardata con tutto il necessario e hai una bici bella, si ingarellano e piuttosto muoiono ma ti devono superare. Se non ce la fanno, stramazzano al suolo non soltanto per la fatica ma anche e soprattutto per la frustrazione dell'essere bypassati da un individuo del sesso "debole".
Il divertente è vederli arrabattarsi mentre tu procedi tranquillamente alla tua velocità di crociera.
Quelli che vanno più veloci di te ti superano ostentando tutto il loro splendore (se ce l'hanno, ma anche se non ce l'hanno) e dicendoti cose tipo "Alè alè". E tu ti chiedi: "Alè alè cosa? Io sto benissimo alla mia velocità di crociera".
Quelli che vanno clamorosamente più lenti di te stramazzano al suolo concretamente o figuratamente, ma non te ne accorgi perché sono dietro.
Quelli che hanno la possibilità di raggiungerti, anche per un breve tratto, lo fanno, a costo di sputare un polmone insieme ai numerosi scaracchi per scaricare peso inutile. Poi stramazzano al suolo con un polmone e molti scaracchi in meno e rientrano nella casistica di cui sopra (quella di chi va clamorosamente più lento di te).

Il divertente è quando tu donna non sei per nulla bardata, ma stai andando magari al lavoro sulla graziella comprata al Balon.
La casistica si ripropone, ma a un livello più basso, il che rende divertentissimo il tutto.
I bardati ti superano quasi tutti.
Se ne superi uno tu, lancia una corda tipo lazo al primo lampione e si impicca con la bici e tutto.
Il bizzarro è affrontare tutta quella fascia di curiosi personaggi caratterizzati da accozzaglie inspiegabili di abiti del Decathlon da bici, corsa, equitazione, che cavalcano biciclette improbabili.
La meglio categoria sono i vecchietti con la panza prominentissima tonda da birra fermentata appoggiata alla canna del velocipede, che quando si alzano rimane loro per almeno otto ore un solco passante per l'ombelico.
Tu donna sulla graziella che vai al lavoro sei costretta a superarli perché vanno ai due all'ora. Non vorresti perché ti fanno pena. Ma devi, se no arrivi tardi al lavoro. Speri sempre che non accada quello che spesso invece accade, cioè che uno di loro, o anche tutti nel peggiore dei casi, decidano che devono superarti. Tu hai fretta, devi arrivare al lavoro, ma loro, impietosamente in modo antispeculare a te, lo fanno. Senti un ansimare con tanto di fischio asmatico dietro di te, un cigolare di pedali, un incrinarsi di telaio, uno scricchiolare di ossa, e poi lo/i vedi al tuo fianco. Ti supera/no. Poi si accartocciano pochi metri più avanti. E tu non puoi far altro che chiamare un'ambulanza dando le coordinate gps, ché se no te ne staresti in permesso quasi tutti i giorni in cui decidi di andare al lavoro in bici.

2 commenti:

  1. ...hai dimenticato la frequente casistica degli uomini che si mettono in scia, non tanto per fendere l'aria quanto per ammirare il "paesaggio" e alla prima salita scattare sui pedali per allungare una provvidenziale mano dietro alla tua "sella" per aiutarti! ...brutta razza i ciclisti!

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  2. Beh...quelli che arrivano a comportarsi addirittura così sono pochi...sia per lo sfinimento sia per discrezione...finora ne ho beccato uno solo ;)

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