LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
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mercoledì 31 luglio 2013

La dannosità delle comunicazioni monodirezionali

Quando uno fa la scuola guida per imparare a guidare la macchina, è bello perchè l'istruttore gli parla e lui parla all'istruttore. Si è entrambi nello stesso abitacolo, e si comunica.
Fa sempre piacere stabilire, o perlomeno, poter stabilire un dialogo.
A volte non lo si fa, ma si è comunque rinfrancati dal fatto che ce ne sia la possibilità.

Quando si fanno le guide con la moto, invece, è tutto diverso.

L'istruttore è dietro o davanti, comodamente seduto in macchina, e chi deve imparare è in bilico sulla moto pesantissima, con un auricolare conficcato nell'orecchio e schiacciato dal casco, collegato al baracchino con un filo, e il filo tira, e l'orecchio gli si sfracella, e tutto questo non è per nulla bello, ma non è niente in confronto al fatto che la comunicazione è monodirezionale.

L'istruttore parla, tu lo senti.
Tu parli, l'istruttore non ti sente.

Questo fa sì che tu ti industri, mentre cerchi di non crollare lateralmente, o impennarti, o imballare tutto cambiando marcia, a dare anche il massimo della comunicazione nn verbale. Ad esempio, alzi la mano destra per dire che non senti un accidente, e lui ti risponde che sì, lo sa che lo specchietto destro è rotto, perchè l'hai incrinato tu capottandotici sopra il giorno prima.
In certi momenti la lucidità viene meno, soprattutto quando ci si ritrova al semaforo, in mezzo alle macchine, e un altro motociclista esperto zigzaga fino a posizionarsi al tuo fianco, e tu sai che quando il semaforo diventerà verde tutti partiranno, anche lui, che deve girare come te, e già immagini lo schianto che avverrà se sbaglierai l'inclinazione della curva, cosa che ti accade più o meno ad ogni deviazione. In più non senti più alcuna comunicazione dall'istruttore, perchè hai inavvertitamente switchato la manopola del volume a zero. Al che perdi il raziocinio, e ti metti ugualmente a parlare con l'istruttore, terrorizzato dal conto alla rovescia verso la morte dettato del semaforo. Poi inizi a urlare all'istruttore, che è chiuso nell'abitacolo con il cellulare in un orecchio, la musica nell'altro, i vetri chiusi e l'aria condizionata a palla. "Aiuto, non sento niente! NON SENTO NIENTE!". Il motociclista al tuo fianco, soprattutto se sei un privatista senza nessun segno distintivo di scuola guida, si girerà e ti fisserà come se fossi un pazzo. Poi, a piccoli ritocchi, si allontanerà da te, giustamente timoroso che tu, pazzo, possa andargli addosso. Aspetterà in religiosa immobilità che tu parta per capire che intenzioni hai, e a quel punto, per quanto l'istruttore non abbia sentito una sillaba di quello che gli dici, ti sarai salvato dalla collisione con l'altro centauro. Dovrai soltanto guardarti da quella con il marciapiede, le macchine in senso opposto, il vecchietto che attraversa, il cane che ti si butta nei raggi.

E ti dici che la prossima patente sarà quella del tir, almeno avrai l'istruttore a portata di comunicazione.

5 commenti:

  1. Per non parlare del rischio delle code di vecchietti che si riversano in strada, dopo aver fatto spesa in farmacia :-)

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  2. ...tu forse non te ne rendi conto, ma la comunicazione uni-direzionale avviene più volte di quel che tu possa credere (anche senza auricolare)! :-D

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  3. Gillipixel: le code di vecchietti in strada si riversano sempre dopo una curva a destra, difficilissima, e allora è inevitabile asfaltarne qualcuno. Il che rende anche molto più rapide le code in farmacia al mattino!

    MDM: ...me ne rendo conto, me ne rendo conto. La cosa accade spesso con le MDM...G!!!

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  4. Quando ho preso la patente della moto manco si usavano gli auricolari.. (e l'esame l'ho dato in quel di Cuneo il 18 dicembre sotto la neve)

    Saludosssss..

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  5. Infatti mi risulta che tu la moto non ce l'abbia più ihihihi
    Io l'ho dato con gli auricolari e sotto il tifone del 29 luglio!

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