LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 28 giugno 2013

Capire o non capire? Questo è il problema.


Uno che studiava Economia intorno al 2000 si ritrovava a dover dare come primo esame quello di Economia aziendale, contemplante tutte le scritture in partita doppia, quelle di chiusura, la stesura di un bilancio al 31/12 e tutte le scritture di riapertura.
Uno che studiava Economia e che veniva da una scuola diversa dall'ITC, quando si trovava davanti a queste robe, non capiva un tubo.
Uno che studiava Economia e che veniva dall'ITC, aveva nella maggior parte dei casi imparato in modo abbastanza meccanico le scritture, senza avere una chiarissima idea di come funzionasse veramente la contabilità.
Alcuni, invece, avevano una chiara idea, ma erano pochi.
La maggior parte della gente se la sfangava con un 29 o anche un 30 giusto appiccicandosi nel cervello (o su un bigliettino) le scritture che venivano proposte di più agli esami, poi si dimenticava tutto e si laureava con un'idea poco chiara della contabilità e un po' più chiara del bilancio, ma nemmeno troppo. E con un retrogusto amaro per non aver capitogranché il ragionamento dietro la partita doppia.
Una volta laureati, la partita doppia veniva archiviata come uno strano ricordo da dimenticare.
Poi, però, qualcuno di questi laureati decideva di diventare prof di Economia. Allora, là, alla SSIS, o capivi la partita doppia o non ne uscivi vivo. E così, uno si metteva lì e la capiva davvero. Capiva ogni motivazione di quei meccanismi, trovava anche gli errori nei libri di testo dell'Università, e finalmente realizzava che non ci sarebbe stato nulla da studiare a memoria, che sarebbe bastato uno scatto nel cervello, e ovviamente la conoscenza di tutti i processi propri di un'azienda per poter creare tutte le scritture con il solo ragionamento. Ecco perchè una volta si chiamava Ragioneria! Perchè c'era da ragionare!

Il bello è quando il prof che finalmente ha ragionato si ritrova davanti una banda di studenti delle superiori che tutto vogliono fare fuorchè ragionare. I ragazzi, per la maggior parte, per qualche inspiegabile motivo, preferiscono studiare a memoria un libro intero piuttosto che capire una cosa in due ore. Temeranno forse di non essere in grado di capire? Non oseranno forse sfidare sè stessi? O se ne sbatteranno semplicemente perchè fino ad allora sono stati abituati a non capire? In ogni caso, pare impossibile far capire agli alunni che si fa prima a capire che a non capire.

Allora uno decide di fare ripatizioni a gente dell'Università.
Si ritrova così davanti persone di questo tipo.
S (Studentessa universitaria): Buongiorno, dovrei dare l'esame di Economia aziendale tra 10 giorni
P (Professore): benissimo, ha capito come funziona la partita doppia?
S: No.
P: Allora glielo spiego. (E inizia a spiegare)
S: No, mi scusi, io non la pago per farmi vedere che lei sa la partita doppia.
P: No, infatti, io vengo pagata per far sì che lei sappia la partita doppia.
S: Sì, appunto, ma a me non interessa capire. Io voglio fare esercizi.
P: Va bene, ma come fa a fare esercizi senza capire?
S: La partita doppia è una cosa meccanica, lei mi faccia fare gli esercizi, io la pago per questo. Poi dobbiamo fare l'esame solo sulle prime 100 pagine del libro.
P: Ma scusi, bilancio, scritture di chiusura, obbligazioni...niente?
S: No, sa, a Economia aziendale l'Economia aziendale si fa in modo molto superficiale.
P: (mumble mumble, ma se ora l'Economia aziendale si fa in modo molto superficiale anche all'Università, dove si farà in modo approfondito?). Va beh, diamo uno sguardo al bilancio, in modo da capire almeno dove si va a mirare facendo le registrazioni. Guardi qui, ad esempio, il TFR cos'è?
S: Non mi interessa sapere cos'è il TFR. Sa, io devo solo imparare a registrarlo nella partita doppia. Io ho una casa, un marito, dei figli, un lavoro! Mica ho tempo per sapere cos'è il TFR. Devo solo registrarlo!
P: Ma scusi, si rende conto che se ha un lavoro sarebbe carino sapere cos'è il TFR anche senza doversi laureare?
S: Ma io la pago per farmi registrare.
P: Allora mi registri un accantonamento al TFR di 1.500 €.
S: Dunque il TFR è un credito...
P: No.
S: allora un costo.
P: No.
S: Un ricavo?
P: No. Vede che devo spiegarle che è un debito che ha l'azienda nei confronti del dipendente, e quindi un tipo di prestito che anche lei deve obbligatoriamente fare al suo datore di lavoro e che le verrà restituito alla fine del rapporto di lavoro? Non le interessa sapere che lei da anni fa un prestito al suo datore di lavoro?
S: Va beh, allora se lei è contenta così scriviamo che è un debito.
P: Guardi che non sono io che devo essere contenta, ma lei, perchè se scrive che è un debito magari passa l'esame, se no non lo passa!
S: Comunque lei non è pagata da me per spiegarmi cos'è il TFR, ma solo per farmi memorizzare cosa devo scrivere nella partita doppia. Ha capito? Lei mi fa perdere tempo!
P: Guardi che se lei si prendesse la briga di capire, impiegherebbe meno tempo che a studiarsi 100 pagine di scritture a memoria, e comunque non mi pare che servano le ripetizioni per mandare a memoria 100 pagine, non crede?
S: Decido io cosa è meglio per me.
P: Va bene, ma se lei studia all'Università immagino che lo faccia per trovare un lavoro degno di un laureato. Crede che se si laureerà studiando a pappagallo le cose senza capirle sarà una valida risorsa nel mondo del lavoro? (mumble mumble forse sì, meglio un cretino che ubbidisce e fa le cose a pappagallo che una persona che pensa in molti contesti).
S: A quello penserò dopo, per ora cerco solo di superare gli esami meccanicamente. Anzi, ora la pago e poi non mi vedrà più.
P: Va bene, le auguro di non passare l'esame. AAArrivederci.

In certi momenti, un prof ringrazia che il suo posto di lavoro come insegnante di Economia se lo sia mangiato la riforma Gelmini. Ringrazia di aver dovuto studiare un anno in più oltre ai due post lauream per fare sostegno, probabilmente per tutta la vita.
In fin dei conti, è meglio aver a che fare con chi non può capire,
piuttosto che con chi non vuole capire.

mercoledì 26 giugno 2013

Viceversa


Quando uno si ritrova a insegnare, dopo un po' di tempo che spiega cose che sa benissimo perde un po' il contatto con le possibilità e i tempi di apprendimento. A furia di avere alunni che faticano a imparare cose che per lui sono lampanti, gli viene la sensazione che tutti siano deficienti.
Poi, magari, un giorno, si ritrova a dover imparare una cosa di cui non sa niente di niente. All'improvviso si rende conto che al suo insegnante è venuta la sensazione che lui sia deficiente.
Il che fa sì che possa ridimensionare la deficienza dei suoi stessi alunni.
Invece dei corsi di aggiornamento, i professori dovrebbero seguire
corsi iniziali di cose di cui non sanno assolutamente niente, magari una volta l'anno.
Tanto per rendersi conto di cosa si prova dall'altra parte.

lunedì 24 giugno 2013

Istinto intelligente?


Per far correre i levrieri si usa l'istinto.
L'istinto dice loro che se vedono una lepre devono cercare di prenderla, così poi magari se la mangiano.
Leggevo su un sito che i levrieri hanno la testa grande quanto una coppa di champagne.
Forse è per questo che confondono uno straccetto o qualche altro simulacro trainato da una puleggia meccanica con una lepre vera. Bisogna avere proprio il cervello grande quanto le tette di chi quasi non le ha per confondere uno straccio con una lepre, tanto più se si tratta di una questione innata che dovrebbe garantire la sopravvivenza.
In ogni caso, molti uomini confondono cose peggiori, inseguendole come cani ansimanti.
Tornando ai cani, forse qualche levriero che si salva c'è,se è successo questo.
Il problema è che poi, quando uno è troppo intelligente, lo fanno fuori.

venerdì 21 giugno 2013

Privilegi





Una persona bionda, quando le vengono i capelli un po' bianchi, diventa più bionda.

Una persona bruna, quando le vengono i capelli un po' bianchi, diventa vecchia.

mercoledì 19 giugno 2013

Meno male


Ci sono animali dalla vita stupida.

I criceti, per esempio.
Soprattutto quelli in cattività.
Diventano cattivi.
Si azzuffano tra loro.
Se metti loro la lettiera,
la tolgono tutta
poi fanno la pipì
e altro
nella zona senza lettiera
poi si rotolano nel loro stesso sterco.
Corrono tutto il tempo
in una ruota,
faticando come delle bestie,
anzi essendo delle bestie per davvero,
e stanno sempre fermi,
come se non avessero potuto
ottenere lo stesso risultato
senza
agitarsi
tanto.

Io non capisco,
certi esseri sono davvero stupidi.

Sono cattivi
si fanno del male a vicenda
si mettono nella merda
corrono tanto per nulla

Meno male che
gli uomini
non sono criceti. 

lunedì 17 giugno 2013

La meritocrazia non esiste

Ci sono cose terminanti in -zia che a volte, anzi spesso, in certi momenti, in certi posti, non esistono.
La meritocrazia, per esempio, non esiste, qui e ora.
O perlomeno, esiste la parola.
Serve a farcire alcuni discorsi di certi politici o simili in taluni momenti.
Serve anche a giustificare in modo non giustificabile
le carriere di certe persone, dato che è molto difficile da valutare e individuare, non esistendo.

E allora, a che serve lavorare tanto per qualcosa che non esiste?
Mirare alla diligenza, se si è pagati per fare delle cose, è il minimo.
Mirare al merito, però, è diverso.
E' la scorciatoia per la dannazione.
Qui e ora.

Vignetta di Fifo

venerdì 14 giugno 2013

Questione di età

Quando uno si sente giovane ma in realtà non lo è più molto, e per esempio ha già dei capelli bianchi, delle rughe cosiddette di espressione, l'occhio spento e le borse incipienti, succedono cose strane.
Per esempio, se uno si sente giovane ma non lo è più molto e va in giro in mezzo agli adolescenti,  possono capitare spiacevoli inconvenienti.
L'adolescente, incuriosito dall'anziano che si è infitrato nel suo gruppo, può chiedergli quanti anni abbia.
Al vecchio conviene non avere la balzana idea di dirgli "Indovina", perchè l'adolescente potrebbe stupirlo negativamente, dichiarando cose come dieci o quindici anni in più.
Non gli conviene nemmeno dire "Indovina, ma prima di dirmelo togli 10": questo per due ordini di motivi. Primo, è difficile che un adolescente dei giorni nostri sia in grado di togliere 10 senza la calcolatrice o il cellulare o il pc, e potrebbe fare errori di calcolo, a volte esaltanti, a volte frustranti. In più, anche se non sbagliasse, sarebbe facile aggiungere di nuovo 10 e scoprire la vera età pensata. Secondo, l'interpellato potrebbe anche rispondere con un'età decurtata eppur superiore all'effettiva. 
Forse conviene rispondere con la vera età.
Se la vera età è 30, e se si hanno capelli bianchi non tinti, se si veste anni '90, se non si è appena fatto un lifting, se non si sa bene cosa perchè gli adolescenti sono imprevedibili, potrebbe capitarvi un dialogo tipo questo:

ADOLESCENTE: Quanti anni ha?
ANZIANA PERSONA: 30
ADOLESCENTE: solo?
ANZIANA PERSONA (scocciata): ma come solo?
ADOLESCENTE: beh, sì, solo. Mia madre ha quarant'anni e sembra molto più giovane di lei.
ANZIANA PERSONA (ancora pià scocciata): Capisco. Però avresti potuto evitare il "solo". Almeno per educazione.
ADOLESCENTE (per correggere il tiro, visibilmente dispiaciuto): Tra l'altro, ora che ci penso, anche tutte le amiche di mia madre che hanno dai 40 ai 50 anni sembrano molto più giovani di lei.

La cosa peggiore è che potrebbero esserci anche due infiltrati della stessa identica età nel gruppo di adolescenti.
Dato che gli adolescenti, appunto, sono imprevedibili, potrebbero nascer dialoghi di questo tipo, causa di suicidio di una delle due persone e festeggiamenti dell'altra, o viceversa. 

ADOLESCENTE: ma non avete paura che il vostro compagno vi faccia le corna?
ANZIANO 1: ma no, alla nostre età non c'è più spazio per la gelosia. Mica siamo come voi adolescenti, ci fidiamo.
ANZIANO 2: certo, ci fidiamo, non siamo mica come voi adolescenti che vi cornificate a ogni angolo, a quanto dite.
ADOLESCENTE: beh, allora anziano 2 è a posto, ma lei, anziano 1, che è molto molto più giovane di anziano 2, secondo me dovrebbe ancora preoccuparsi. 

Chi deve gioire? Anziano 1 perchè rischia le corna nonostante appaia un baldanzoso giovinetto o anziano 2, che è talmente vecchio da non doversene più preoccupare?

mercoledì 12 giugno 2013

Arricchirsi con i libri

C'è una libreria sotto casa mia la cui proprietaria ogni settimana scrive su una lavagna una frase che dovrebbe invitare la gente a comprare e leggere un sacco di libri e quindi facilitare la sua ascesa verso la ricchezza e il benessere.
Questa settimana la frase dice che un bambino che legge molto sarà un adulto che penserà.
Considerato che la chiave della felicità è non pensare, forse per questa settimana ricchissima non diventerà.

lunedì 10 giugno 2013

Persone interessanti

 Se è vero,
come dice Kevin Spacey nel film The big Kahuna,
che le persone più interessanti che conosce
a ventidue anni
non sapevano che fare della loro vita
e che i quarantenni più interessanti che conosce
ancora non lo sanno,
allora
in Italia
siamo un'accozzaglia
di persone
molto
molto
molto
interessanti.


















Vignetta di Vauro