LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 30 gennaio 2012

Due opzioni

Mi è stato spesso detto che una Opel Corsa come la mia ce l'hanno solo i vecchi.
Io ho guardato, e in tutte le Opel Corsa come la mia ho sempre e solo visto vecchi.

Ora, le opzioni sono due.
O è falso quello che la gente spesso mi dice, cioè che una Opel Corsa come la mia ce l'hanno solo i vecchi, perchè ce l'ho io e non sono vecchia.

Oppure sono vecchia e non me ne sono accorta.

venerdì 27 gennaio 2012

Calunnie


Mi è stato detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose. Io non trovo proprio che i miei post siano ripetitivi, voi trovate?
Se non trovate, sappiate che, comunque, qualcuno ha trovato e mi ha detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose.
Se invece trovate, siete voi quel qualcuno che ha trovato che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
Io non penso proprio che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
E comunque, quel qualcuno mi ha detto che, tutto sommato, qualche volta, le cose ripetitive che non trovo di dire, le scrivo bene.
Altre volte, però, no.
Ah, c'è un'altra cosa: mi è stato detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose. Io non trovo proprio che i miei post siano ripetitivi, voi trovate?
Se non trovate, sappiate che, comunque, qualcuno ha trovato e mi ha detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose.
Se invece trovate, siete voi quel qualcuno che ha trovato che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
Io non penso proprio che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
E comunque, quel qualcuno mi ha detto che, tutto sommato, qualche volta, le cose ripetitive che non trovo di dire, le scrivo bene.
Altre volte, però, no.
Ah, c'è un'altra cosa: mi è stato detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose. Io non trovo proprio che i miei post siano ripetitivi, voi trovate?
Se non trovate, sappiate che, comunque, qualcuno ha trovato e mi ha detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose.
Se invece trovate, siete voi quel qualcuno che ha trovato che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
Io non penso proprio che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
E comunque, quel qualcuno mi ha detto che, tutto sommato, qualche volta, le cose ripetitive che non trovo di dire, le scrivo bene.
Altre volte, però, no.
Ah, c'è un'altra cosa: mi è stato detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose. Io non trovo proprio che i miei post siano ripetitivi, voi trovate?
Se non trovate, sappiate che, comunque, qualcuno ha trovato e mi ha detto che i miei post sono un po' ripetitivi, cioè che dico sempre le stesse cose.
Se invece trovate, siete voi quel qualcuno che ha trovato che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
Io non penso proprio che i miei post siano un po' ripetitivi, cioè che dica sempre le stesse cose.
E comunque, quel qualcuno mi ha detto che, tutto sommato, qualche volta, le cose ripetitive che non trovo di dire, le scrivo bene.
Altre volte, però, no.

mercoledì 25 gennaio 2012

Il lavoro più grande

C'è un posto che attraverso tutti i giorni per andare a lavorare "dove le regole non esistono, esistono solo le eccezioni".
Uno pensa subito a un posto caratteristico, pittoresco, variegato, forse indotto dal clip de "L'ombelico del mondo" di Jovanotti, da cui ho tratto una strofa.

Ebbene, no.

Non è così.

Il posto è il quartiere adiacente a un mercato vicino a corso Giulio Cesare a Torino. Non sto a specificare meglio, tanto non è importante.
L'importante è il concetto che, quando uno entra in quel quartiere, nulla è come è stato prima del quartiere e nulla è come sarà quando se ne sarà usciti (se se ne uscirà).


Se entri lì dentro, con qualsiasi mezzo, puoi dimenticare le regole della strada per cui si deve tenere la sinistra.
  1. Le automobili, i camion, le vespe, i pedoni, le biciclette e tutto quello che ha un moto proprio vanno a caso in qualsiasi buco disponibile. I pedoni, in tutto questo casino, non si curano del fatto che stanno rischiando la vita, e si buttano senza paura e senza occhi, tutti nuca, in mezzo al tetris di mezzi dotati di pericolose ruote schiaccianti. Più hanno carrozzine con loro, più si buttano. Forse hanno infondati complessi di superiorità dovuti al fatto che le carrozzine, di ruote, ne hanno quattro. Non schiaccianti, però.
  2. I mezzi non in moto sono parcheggiati ovunque, uno sopra l'altro, anche uno vicino all'altro, soprattutto se questo tipo di parcheggio permette di paralizzare totalmente il traffico in movimento casuale di cui sopra.
  3. Poi ci sono i mezzi in moto così lento, ma talmente lento, che non si capisce se rientrino nella prima o nella seconda categoria.Tu arrivi dietro di loro, in macchina, o in bici, con qualsiasi mezzo, e ti ritrovi nel paradosso di Zenone, dove Achille è andato a prendersi un caffè ed è rimasta solo la tartaruga, e la tartaruga è lì davanti a te, con la differenza che una tartaruga vera non ha le frecce e non può metterle, la tartaruga finta davanti a te le ha, ma, credendosi una tartaruga vera, non le mette perchè ha dimenticato di averle.

In mezzo a tutti questi mezzi, tutte le volte mi dico che se esco viva dal quartiere, il lavoro più grande della giornata è stato compiuto.

lunedì 23 gennaio 2012

Blogger latitudinali



Il piemontese dell'immaginario collettivo, si sa, è falso e cortese, e molto silenzioso.
Agisce nell'ombra se è subdolo, agisce al sole se non lo è, ma sempre in modo molto riservato.
Il napoletano standard, invece, è forse falso forse no, ma spesso casinista.
Se è subdolo, agisce anche lui nell'ombra, ma fa un gran casino anche al buio e lo fa sempre in modo teatrale.
Se non lo è, agisce al sole cantando "'O Sole mio".
Il piemontese, se telefona, sussurra. Quando sei in treno, capisci subito chi è piemontese.
Chi è piemontese ha il telefono attaccato all'orecchio, ma probabilmente lo tiene come decorazione. Ormai gli orecchini non sono più di moda, va di moda il cellulare. Le sue parole si confonderanno con lo sferragliare del treno, e tu, blogger curioso e assetato di parole altrui, rimarrai con un palmo di naso, a meno che non ti sistemi nel sedile posteriore con cornetta acustica conficcata nello schienale contiguo. Cosa che non ti agevolerà nella comprensione del dialogo.
Invece un napoletano stereotipato parla a voce così alta da impedire a tutti i vicini anche di pensare a qualcosa che non concerna il suo mezzo dialogo. Il blogger trae linfa vitale dal napoletano al telefono sul treno.
Per strada, il napoletano tipo si sente arrivare a due isolati di distanza.
Il piemontese tipo te lo trovi alle calcagna senza che ti sia minimamente accordo del suoa vvicendamento, e se sei un tipo rapido nei movimenti potrebbe capitarti di sedertici sopra sull'autobus inavvertitamente.

Tutto ciò per dimostrare che, se un blogger vive in mezzo ai piemontesi sarà ben difficile che riesca a trarre molta linfa vitale dai piemontesi che lo circondano.
Molto più immediato è scrivere post per chi si trova in mezzo ai napoletani o, in linea di massima, in mezzo a gente del sud.

Per fortuna, io, blogger, vivo a Torino.

venerdì 20 gennaio 2012

Scrivere un post sul fatto che si era dimenticato di scrivere un post esoprattutto di avere un blog


A volte accadono cose pazzesche, cose che non si sarebbero mai immaginate, cose che nessuno avrebbe detto fino a poco tempo fa, nessuno incluso voi.
Ad esempio, dopo che uno son quasi cinque anni che ha un blog, , dopo che per un sacco di tempo ha sempre escogitato e creato post su quel blog, dopo che ha sempre postato post sul blog, si dimentica di avere un blog.
Di punto in bianco, dopo aver scritto tre o quattro post uno dietro all'altro, tutto ispirato, e averli programmati per una settimana o più, si dimentica letteralmente di avere un blog, e, dopo una settimana o più, quando i post programmati sono finiti, non solo non sa che post siano usciti in che giorni, ma non sa proprio più nemmeno di avere un blog, e di avere dei post da scrivere.
Insomma, sono cose che succedono quando si invecchia.
Per fortuna, poi, ogni tanto, qualche neurone ancora funziona e ci si ricorda di avere un blog, e di avere post da scrivere, e così si scrive un post sul fatto di non sapere più di avere un blog.
Sperando che non sia l'ultimo.

mercoledì 18 gennaio 2012

Visioni apocalitticamente romantiche

Quando uno fa jogging girando in tondo in un isolato, impara a memoria tutti i giri da farsi e il suo cervello può concentrarsi sulle amene scene che vede.
Il fatto è che, quando uno corre in tondo in un isolato, ogni sei minuti circa vede le stesse persone, e quelle stesse persone fanno quasi sempre le stesse cose, e alla fin fine uno un po' si annoia, a vedere la bambina che dice sempre "ti amo", il nonnino che sempre ti dice una frase facendola ruotare su tre giorni per poi ricominciare, il signore che corre in mocassini e gareggia con te, causando tra l'altro un allungamento del tempo di condivisione dello spazio visivo, eccetera eccetera.
L'altro giorno giro l'angolo e vedo una coppia con un cagnone grandissimo nero e peloso, al guinzaglio, e loro erano tutti felici, tutti ben vestiti, tutti bucolici anche se di prati ce n'erano ben pochi intorno e quel poco di prato era pieno zeppo di cacche di cane, e si baciavano appassionatamente, manco volessero chiamare Doisneau per farsi fare un'altra foto storica. La mia corsa non mi ha permesso di appollaiarmi su una panchina a osservarli trasognata. Sarei anche sembrata una maniaca, per di più una maniaca sudata candidata alla broncopolmonite. Ho quindi continuato il mio solito giro, per ritrovarmi, dopo sei minuti, nel luogo del bacio. Mi aspettavo di trovare la scena di prima cristallizzata, invece lei stava urlando cose non riferibili, lui farfugliava interdetto. Per evitare per la seconda volta la broncopolmonite, non mi sono fermata, ma sei minuti dopo, ineluttabilmente, ero di nuovo là. Lei si stava allontanando, trascinando per il guinzaglio, con irosa foga, il cagnone semistrozzato che strusciava il pelo nero sull'asfalto. Lui si era seduto sulla panchina dove avrei voluto sedermi io dodici minuti prima e quasi piangeva. Lo vedevo, che aveva la testa bassa, doveva sicuramente piangere. Mi sono perfino fermata un attimo, rattristata, quel tanto che bastava a non farmi gelare il sudore sulla schiena e a vedere che in realtà il tizio non piangeva ma armeggiava su un cellulare. Altro giro, l'ultimo, e poi sarei tornata a casa. All'ultimo round, colpo di scena, il tizio non solo non piangeva più, ma si era reinstallato in un'altra scena bucolica in cui baciava appassionatamente un'altra ragazza, stavolta con un cane giallo di medie dimensioni, tipo Pluto.
Fortunatamente i miei giri erano finiti.
Il bacio successivo con la ragazza successiva e il chiwawa al guinzaglio sarebbe stato molto meno romantico.
Non mi piacciono molto i cani di piccola taglia.

lunedì 16 gennaio 2012

C'è grossa crisi

Ho già avuto modo di parlarvi dell'esilarante esperienza dei deals.
L'affare, peró, si sta facendo decisamente grosso.
Ormai si appellano ai deal sempre più imprenditori in crisi, e, anche se i ristoranti sono pieni (di couponati), la crisi c'é, si vede, e si espande in ogni settore.
Un settore che non mi sarei mai aspettata di vedere pubblicizzato da Groupalia é quello dello scambismo e delle orge. Invece, eccolo lì, innocuamente inserito tra cerette e pizze a volontà. Anche lui compare come cena intima di coppia, e alla fin fine, se uno appartiene a una coppia, magari dà pure una sbirciatina per vedere di cosa si tratti, aspettandosi qualcosa di romantico. Ecco, durante la sbirciatina, che non posso più linkarvi perché l'offerta è scaduta, quindi dovrete fidarvi di me, erano spiegati i termini di fruizione del servizio. Un pasto che diventa il contorno di una permanenza di quattro ore in un motel con stanze a tema e "oggettini" vari (posate??) a disposizione, facente parte di una catena chiamata Sixlove.


Quando uno va a vedere quali siano le possibilità tematiche, scopre che nella stanza di tipo a entra la coppia, in altre la coppia più un ospite, in altre ancora la coppia più due ospiti, e avanti così, fino ad arrivare all'equivalente dei passeggeri di un autobus nell'ora di punta.

Una delle differenze tra le due situazioni è che chi sta sull'autobus paga il biglietto intero, o al massimo l'abbonamento, o la multa, che è peggio, chi sta nel motel accalcato con i compagni di orgia ha avuto lo sconto, perché si sa, c'è crisi.

venerdì 13 gennaio 2012

Q10000

L'altro giorno guardavo l'ultimo film tratto dall'ultimo libro di Fabio volo, Il giorno in più, e Fabio Volo, che interpretava un consulente finanziario di grandi capacità, aveva un barbone, ma un barbone che gli arrivava su tutto il collo e pure sul pomo d'adamo, anche se quest'ultima precisazione è pleonastica, perché il pomo d'adamo sta proprio al centro del collo, ma è per rendere l'idea di quanto quella barba coprisse proprio tutto quello che poteva coprire.

Mi sono detta, corrotta dall'opinio communis, che un consulente finanziario di prim'ordine non dovesse avere quel barbone onnicoprente, dimentica del fatto che, quando ero una consulente finanziaria di non so che ordine, circolavo in costume, copricostume e ciabatte in Banca.

Poi ho avuto l'illuminazione: la barba serve a Fabio Volo per coprire le rughe incipienti dovute all'età avvicinantesi ai 40 anni!

E all'improvviso mi sono accorta di quanto sia conveniente nascere uomini.

Invece di comprare creme antirughe carissime e inefficacissime, l'uomo autoproduce il suo antirughe naturale, funzionale e coprente al 100%.
Alla faccia del Q10...

mercoledì 11 gennaio 2012

Disassati dal mondo


C'è gente che ad un certo punto la gente ritiene sia rincoglionita in modo inaccettabile per vivere in società.

E allora si dice che hanno l'Alzheimer.

Ora come ora, qualcuno potrebbe anche pensare che possa essere una buona strategia per andare in pensione, dato che insorge intorno al 65 anni e in futuro noi si dovrà lavorare fino a 80-85 anni. Non varrà stare tanto tempo con gente affetta dal morbo, non è contagioso, anche se non ne sarei così sicura.

In ogni caso, adesso che la gente ancora ha la pensione, non avrebbe proprio senso fingere un Alzehimer, tanto più che i sessanta-settantenni di adesso hanno ancora usufruito di cose come scivoli e finestre, che li hanno fatti andare in pensione a 50-60 anni.
In questo modo si è quasi sicuri che, se si va a fare un giro in un centro Alzheimer, ci saranno tutti malati di Alzheimer o presunti tali. Il che fa sì che si entri in un mondo a sè, un mondo che è tanti mondi messi insieme, tutti diversi da questo qui, quello in cui chi va a fare il giro nel centro, potendone poi uscire, vive o è presunto vivere.

Mondi paralleli, in cui accadono cose strane, si succedono uno dietro l'altro, e a noi che facciamo un giro al centro non sarà mai dato di sapere come e cosa sono. Potremo solo starcene increduli a guardare questi personaggi che si incrociano dicendo cose che a noi appaiono sconclusionate, staccate dai personaggi che conoscevamo una volta, senza senso.

Poi torneremo nel mondo reale, questo qui, e ci rassicurerà trovarvi tanta gente che dice tante cose con tanto senso.

lunedì 9 gennaio 2012

Lo aspettavate con ansia...ed ora è qua!

Oggi non è che mi sia dimenticata di scrivere il solito post mattutino.
Non è nemmeno che non avessi nessuna idea nonostante mi fossi spremuta le meningi fino alle 8,29 senza dormire la notte.
No: il mio scopo di oggi era vedere quanti lettori disperati avrebbero richiesto a gran voce il mio post del lunedì.
Per far sì che la disperazione aumentasse, ho pure saltato il post di venerdì scorso, cosa che avrebbe comunque potuto passare inosservata per via del fatto che fosse un giorno di festa, invaso e pervaso da calze della befana e calzettoni da montagna.
Oggi, però, era il giorno perfetto per non soddisfare i miei innumerevoli fan con un bel post del lunedì mattina, tanto più che per alcuni dev'essere stato il primo giorno di lavoro dopo un po' di vacanze, giorno faticoso, in cui necessariamente e senza ombra di dubbio avranno cercato conforto nel mio post del lunedì mattina.
E invece no.
Il mio post non c'era.
E, si sa, il valore delle cose è tangibile solo quando le stesse non ci sono più.

Come dite?
Che i miei post sono come l'influenza?
Che si apprezza il valore della sua assenza solo quando la si ha?

Hum, non era proprio quello il senso, ma se la mettete così, adesso avete il vostro post del lunedì.
Apprezzate, dunque!

mercoledì 4 gennaio 2012

No limits


Quando uno scia, gli viene fame.
Quando gli viene fame, come minimo cerca un bar.
Il punto è che anche i baristi sanno che sulle piste, se a uno viene fame, deve per forza scegliere uno dei bar sulle piste,perchè non è comodo nè fashion scendere in paese con gli scarponi e gli sci in spalla alla ricerca di un bar.
Il che fa sì che, sulle piste, i baristi si possano permettere di farti pagare un hamburger impiattato con due foglie di insalata intorno 14 €, e di dirti che di panini non ne fanno altri, e che se vuoi un panino puoi mangiarti in piedi i tramezzini che mettono sul bancone come aperitivo, alla modica cifra di 10 € (senza il bere).
Lo sciatore arriva quindi alla sera in due possibili versioni:
  1. con le tasche ancora più vuote di quanto avesse preventivato precedentemente, quando si svenava alla cassa per comprare il biglietto delle piste;
  2. con la pancia ancora più vuota delle tasche di cui sopra.
Se uno fa parte della seconda categoria, potrebbe capitare che vada a mangiare cena in uno dei famigerati giri pizza, che con pochissimi euro ti permettono di mangiare come uno sciatore a digiuno. Se si tratta di sciatore a digiuno digitalizzato, è probabile che,nonostante la fame, la digitalizzazione abbia la meglio, e che si rechi pure a controllare se il ristorante del giro pizza è buono o meno, consultando siti tipo Tripadvisor o 2spaghi

Potrebbe capitargli di consultare, per esempio, la pizzeria Saloon city di Trantasca. E di leggere che l'ultimo commentatore ha scritto: "Punto di forza: il "giro pizza" con soli 13 euro potete prendere quante pizze volete (di tipo e numero) + 1 litro di bevande (acqua coca birra) + il dolce e il caffè!!!! coperto compreso!". 
Potrebbe andarci, magari con altre tre o quattro persone, e iniziare a mangiare pizze divise in quattro o cinque parti, e alla quinta o sesta pizza recarsi dal pizzaiolo per avere un 'anticipazione su quale gusto potrebbe avere la sesta o settima pizza.
Mentre si avvicinerebbe, noterebbe lo sguardo di terrore negli occhi del pizzaiolo, che, alla suddetta domanda, ruoterebbe gli occhi di quarantacinque gradi verso la cameriera, che, abbassando lo sguardo sulle piastrelle del suolo, sussurrerebbe un "Ma...in verità, in verità le dico...voi siete quattro o cinque, già vi abbiamo portato la quinta o sesta pizza...sarebbe una pizza a testa...se ne prendete ancora una dovete ordinarla e soprattutto PAGARLA come da menù...".
E così, una volta consumata la torta meringata con cioccolato, affamato come solo uno sciatore che ha saltato il pranzo può essere, si avventerà sul vassoio pieno di briciole della meringata stessa, sotto lo sguardo inorridito del pizzaiolo, che, una volta uscito lo sciatore, esporrà il seguente cartello, con su scritto

IO NON POSSO ENTRARE

lunedì 2 gennaio 2012

Oggi è il secondo giorno dell'anno

Oggi è il secondo giorno dell'anno, ma nessuno se lo considera di striscio, perchè si considera solo il primo giorno dell'anno, come se arrivare secondi fosse poco meritevole, come se arrivare secondi fosse quasi uguale a arrivare ultimi, anzi, no, perchè l'ultimo giorno dell'anno tutti lo festeggiano, e pare quasi che se non lo si festeggia si sia fuori dal mondo, asociali, derelitti. E' come se si festeggiassero solo il primo e l'ultimo di ogni gara di corsa, dimenticandosi tutti quelli che stanno nel mezzo, perchè hanno dei posti di poca visibilità, dei posti che uno vale l'altro, mentre essere il primo di tutti o l'ultimo di tutti è una roba che si nota. Il primo si nota per virtù, l'ultimo per mancanza di virtù, ma alla fine l'importante è farsi notare.
Se però non ci fossero tutti quelli in mezzo, non ci sarebbero nemmeno un primo e un ultimo, o meglio, ci sarebbe un primo che sarebbe anche l'ultimo, sarebbe uno solo, e non ci sarebbe competizione.
Nel caso di una corsa, se ci fosse solo una persona, per quanto potesse fare una performance fenomenale, sarebbe comnuque vista come uno che fa jogging, e non come il vincitore e al tempo stesso perdente di una gara.
Quindi, se a qualcuno piacciono il primo e l'ultimo giorno dell'anno, sappia che può godersi questo sollazzo solo grazie ai trecentosessantatrè, quest'anno trecentossessantaquattro giorni che stanno in mezzo.
E già che l'anno sarà bisesto, speriamo non sia anche funesto.