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lunedì 13 giugno 2011

Recensione del mio libro "Emilio"

Dopo aver partecipato al 24° premio Calvino, ecco qui la recensione del mio libro in vendita su questo sito qui, a destra, anche in versione e-book.

Emilio a trent’anni non si può più permettere un amico immaginario e così ha creato un figlio immaginario e lo ha chiamato Ugo. A Ugo vengono diretti e scritti dei trafiletti, estemporanei, divertenti, meditati, riflessioni sul significato delle parole, invenzioni. Allineati uno dopo l’altro fino all’estinzione di Ugo stesso che come dice l’autrice-autore nell’ultimo capitoletto aperto “Fine?”, era parte di lui/lei. I capitoli trafiletti costituiscono un motivo per svegliarsi la mattina e hanno un livello molto altalenante pur essendo tutti brevi, concisi, diretti. Alcuni sono riusciti e compiuti nella loro interezza (il vuoto, pollice verde, cadute, collisione) e l’intuizione che genera la scrittura è un ragionamento che si compie nel breve spazio di una paginetta scarsa, altri contengono solo delle fulminee intuizioni (che i cuneesi guidino male è un post-concetto) che però sono dei lampi immersi in un testo-contenitore che li diluisce e li smorza, in altri casi la comicità o l’assurdo sono troppo faticosi (Pelosa interdetta) o poco originali (Ascelle farinose), in altri casi gli incisi per strappare a tutti costi un sorriso finiscono per essere stonati (cacca e pipì non hanno bisogno di una nota dantesca per giustificare una presunta volgarità). L’insieme è frammentario con esiti alterni, ma questo esordio più che un’opera compiuta va inteso come una prova di scrittura, come un esercizio per trattenere e riunire le pulsioni a scrivere di una mente brillante e come tale si rivela promettente.

Il Comitato di Lettura

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