LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

lunedì 30 novembre 2009

Il dialogo sfuggente


Quando uno corre, un po' che buona parte del suo sangue è impegnata ad andare ai muscoli e non al cervello, un po' che quel poco sangue che arriva al cervello lo usa per pensare ai fatti propri, non è che stia proprio attentissimo ai pontenziali interlocutori, che sfrecciano ai lati del suo campo visivo a velocità corrispondente alla somma della propria e altrui velocità.
Se l'uno che corre sono io, poi, la situazione peggiora. Il poco sangue rimasto va al cervello per ideare post (ecco il perchè di certi post), e potrei essere in una mega-ruota da criceto obeso o in un bucolico campo di grano, ma cambierebbe ben poco. Io corro nel mio mondo mentale, onn in un luogo fisico.

Quando qualche vecchietto con cane o senza cane mi parla di qualche banalità mentre corro, tipo del freddo che fa, o dell'ideoneità di quel momento della giornata per correre, il mio sangue non ce la fa più a far elaborare al mio cervello una risposta decente, nemmeno banale. Al massimo, inizio a rispondere con un "sì", e, quando arrivo a circa tre isolati dal vecchietto, continuo la risposta, con un "è vero", oppure "si sta proprio bene a correre nella nebbia alle 7,30 del mattino".
Spesso la dico a qualche altro vecchietto.
Con cane o senza cane che sia, mi guarda invariabilmente come se fossi una pazza.

sabato 28 novembre 2009

I'm lost without you


Stamattina mi sono svegliata con questo ritornello in testa, quello di Golden Lady.

Continuavo a ripetermelo nella testa, "Golden Lady, I'm lost without you".

Poi ho tradotto: "Gloden Lady, sono persa senza di te".

Persa?

Senza Golden Lady?
Al massimo sono persa senza una bussola.

Senza Golden Lady la strada la trovo lo stesso!

mercoledì 25 novembre 2009

Accorgersi che si viaggia troppo

Quando si va dal benzinaio e il benzinaio si avvicina, ci guarda con un misto di ammirazione e spavento, e ci dice: "Sono impressionato da quanto spesso la vedo qui a spendere tutto il suo stipendio", vuol dire che si viaggia in macchina più della media.

Quando si risponde al benzinaio: "Guardi che non le lascio tutto il mio stipendio, quello che vede è mezzo stipendio, perchè l'altro mezzo lo lascio alla Società Autostrade", vuol dire che si ha un lauto stipendio e si viaggio in macchina in autostrada più della media.


Quando si guarda l'estratto conto e si nota che si è speso, tra benzinaio e autostrada, più del doppio del proprio stipendio, vuol dire che si ha uno stipendio da fame e che si viaggia in macchina e in autostrada più della media.


E anche che, per essersi messi in una simile situazione, si deve per forza essere un po' pirla.

martedì 24 novembre 2009

Autunno


Tutto quel foglieggiare
giallo
vivo
non era altro
che il
preludio
di questi
scheletri
neri
che
implorano
la
muta
cupola del cielo.

lunedì 23 novembre 2009

Felicità + felicità + infelicità + felicità + infelicità + ... =?

Si sa, ce l'hanno detto prima o poi, a scuola, che la Storia è fatta di corsi e ricorsi storici.
E così, l'evoluzione della storia è più o meno questa,


, dove la linea rossa rappresenta l'andamento della Storia, l'asse delle x il tempo che passa e l'asse delle y può indicare cose come il livello di civiltà raggiunto, o cose del genere.

A me piace pensare che la linea rossa possa rappresentare l'andamento della storia del mondo intero, che è un andamento medio, perchè non dappertutto e allo stesso tempo sono avvenute le stesse cose, e che sull'asse delle y sia indicato il livello di felicità media di tutti gli uomini che popolavano la terra in un dato momento.

A questo punto, però, sorge il pensiero che in ogni momento il puntino rosso rappresenti la somma delle felicità di tutti gli uomini divisa per il loro numero (dicesi anche media).

Come si sa, la media può rappresentare abbastanza male la realtà dei fatti. E' la solita storia del numero di polli mangiati. Allora, io penso di essere una delle miriadi di puntini che in ogni momento influisce sul posizionamento della linea rossa mondiale.

Tutto ciò è veramente edificante o svilente, a seconda dei momenti.

Esempio: se io ora fossi alle Bahamas, sotto un ombrellone di foglie di palma essiccate, e ci fosse un indigeno che mi sventaglia con atre foglie di palma essiccate, mentre sorseggio un daiquiri alla fragola e mi leggo un bel libro rilassante, sarei abbastanza felice. Ma, proprio in questo istante, ci sarebbe qualcuno che sta facendo un esame difficilissimo ed è stressatissimo, o poco felice, un altro che sta morendo, e pure l'indigeno che mi sventaglia, pur essendo alle Bahamas, non sarebbe poi così felice di stare in piedi a 40 gradi a sventagliare un'italiana sdraiazzata. Al tempo stesso ,però, ci sarebbe anche qualcuno che vince qualche premio vitale per la sua carriera, qualcuno che sta realizzando il suo sogno, e quindi potrebbe essere addirittura più felice di me, che sarei comunque nella top list dei felici.

Se invece ora stessi sostenendo un esame alla SIS, non avessi studiato un tubo ieri, l'esame fosse difficilissimo e il professore si avvicinasse a me con l'occhio guardingo e il fare dell'avvoltoio che svolazza intorno al suo prossimo cadavere, non sarei tanto felice. Ma proprio ora ci sarebbe comunque gente alle Bahamas sdraiazzata e sventagliata con daiquiri alla fragola, gente che sta raggiungendo il suo obiettivo vitale, gente che sta guarendo da malattie inguaribili ad alzare la linea rossa, e altra gente morente, sofferente, disperata ad abbassarla. Anche Diouf, in sti giorni, non è che sia molto felice. E con lui non lo sono tutti i bambini che stanno morendo di fame ogni 6 secondi.

E allora, in ogni istante, possiamo pensare alla linea rossa e alla relatività della nostra felicità.

O infelicità.

venerdì 20 novembre 2009

I've got the power


A pensarci, con 'sti blog abbiamo un potere, ma un potere che un tempo, con il piffero che ce l'avevamo.

Un tempo, se scrivevo qualcosa, a stento lo leggevano la mia maestra, o la mia prof, spesso controvoglia e per dovere, a volte mia mamma, per farmi un favore, ancor più raramente io, per rileggermi. Ché, come gran parte degli italiani, scrivere scrivevo, ma mi sembrava esagerato anche leggere. A volte, però, leggevo, e mi capitava anche di leggermi.

Adesso che ho il blog, invece, scrivo (qualsiasi cosa), schiaccio un pulsantino nella mia videata, e subito, un minuto dopo, anche un secondo dopo, uno può leggermi, anche dall'altro capo del mondo.

Ormai, dopo aver scritto tutti sti post, ogni giorno almeno una cinquantina di persone incappa sul mio blog. Non penso che lo facciano apposta. Appunto, quasi tutti incappano. Ma quasi tutti almeno una riga di quello che ho scritto la leggeranno.

Ci sono anche quelli che mi leggono tutta.

Non qui, ma sul feed che ho messo su Facebook alcuni mi commentano pure con il pollice su, che vuol dire che le cose che scrivo piacciono.

Incredibile.

Non che le cose che ho scritto piacciano.

Che ci sia gente che le legge.

Che piacciano ha un che di fantascientifico.


Ma ci pensate che una volta uno doveva scrivere un libro, trovare un editore, correggere il libro scrivendolo come voleva l'editore, farsi pubblicare il libro e venderlo per poter essere letto?


Ora basta aprire un blog aggratis su internet, scriverci dentro qualsiasi cosa, e prima o poi qualcuno la leggerà. E' una legge della fisica. O, meglio, dell'informatica. Siamo troppi ad essere connessi su questa terra perchè nessuno incappi su ciò che abbiamo scritto.

Quindi proprio QUALSIASI COSA scriviamo prima o poi sarà letta.


Per esempio, uno può scrivere "scemo chi legge", e prima o poi uno incapperà sul suo post, e leggerà la frase, e forse inizierà a chiedersi se sia vero che è scemo.


Scemo chi legge.


Okkey, non ho resistito. Lo so, è infantile. Ma, anche se è infantile, qualcuno lo leggerà.

Anche se fosse

stupido,

imbecille,

furbissimo,

geniale,

rivoluzionario,

di sinistra,

di destra,

di centro,

anarchico,

qualcuno lo leggerebbe.

Invece è solo infantile.

E soprattutto, falso.

So benissimo che chi legge questo blog è dotato di grandissime qualità, sensibilità, emotività artistica e chi più ne ha più ne metta.

Ah, dimenticavo, nel mio blog posso anche scrivere qualcosa di

ipocrita.

mercoledì 18 novembre 2009

Antitaccheggiato a vita

Uno va a Serravalle Scrivia un giorno in cui, a Serravalle Scrivia, all'Outlet, c'è solo lui.
Lui e una moltitudine di commessi.

Mentre si prova gli indumenti nei camerini sente i commessi parlare di mari di argomenti disparati, con le mani in mano.

Quando si appresta a pagare il cappotto che ha acquistato, arriva una commessa facente parte della moltitudine di commessi.
Lavora circa cinque minuti.
Poi si rituffa nella chiacchierata.


Uno torna a casa con il cappotto nella borsa.
Casa sua può essere molto distante dall'Outlet di Serravalle Scrivia.
Estrae il cappotto dalla borsa.
Lo prova.
Sente qualcosa di duro dietro il collo.

Guarda, e c'è un antitaccheggio delle dimensioni di una frittella di mele.
Ma meno piacevole di una frittella di mele.

Il piacevole, o ludico, potrebbe essere entrare in tutti i negozi facendo suonare tutti gli allarmi, per poi sfoderare lo scontrino e un sorriso durbans.

Il problema è che il secondo si può sfoderare sempre, ammesso e non concesso di avere i denti bianchi, il primo solo per un anno.

Poi gli scontrini sbiadiscono.

lunedì 16 novembre 2009

Predicare bene e razzolare male


Razzolare male e predicare bene è troppo invalso nell'uso perchè non capiti anche a chi ha le migliori intenzioni.

E così, l'altro giorno, ho detto ai miei alunni:

"Insomma, non mi fate in@#**@re con le vostre parolacce, o sarò costretta a prendere provvedimenti disciplinari".

Penso che pagherò con provvedimenti disciplinari per il mio ruzzolante razzolamento.

venerdì 13 novembre 2009

Riscaldamento locale

L'altro giorno avevo la testa bollente.

Gli occhi sembravano due laghetti di lava.

Lo sentivo proprio, il calore sprigionato dal mio cranio.

Ho detto ci siamo, qui ho una malattia che fa venire un febbrone da cavallo.

Una malattia a caso.


Poi sono uscita e mi è passato tutto.


Sono tornata a casa, mi sono seduta alla scrivania, et voilà, di nuovo.

Testa bollente.
Due laghetti di lava al posto degli occhi.

Di nuovo la malattia.

A intermittenza.


Riuscita.

Riraffreddata (nella testa, non nel naso).


Rientrata.

Rseduta nello studio.

Di nuovo testa bollente.

Di nuovo due laghetti di lava al posto degli occhi.


Forse aveva ragione, l'elettricista, quando mi aveva sconsigliato il neon alla massima potenza nella lampada dello studio.

mercoledì 11 novembre 2009

Essere donne costa

Una può essere una donna sciatta, di quelle pigre di cui parlava Rubinstein, può non andare mai dal parrucchiere e coltivare sulla sua testa un nido informe, può vestirsi sempre con la stessa tuta per 365 giorni all'anno, può non lavarsi, può non depilarsi, ma NON PUO' non usare gli assorbenti.

Se una donna è sciattissima, usa gli assorbenti esterni.
Non dico che le non sciatte non li usino, ma le sciatte raramente hanno voglia di cimentarsi con quelli interni.

Non si può non usare l'assorbente, perchè, quando si hanno le mestruazioni, si ha una colata continua di sangue, che non si può ignorare.

Anche le più sciatte penso non abbiano voglia di darsi all'uso di panni in tessuto, da lavarsi cinque volte al giorno. Se sono sciatte e non hanno manco voglia di depilarsi, figurarsi lavare panni imbevuti di sangue. Le non sciatte non accetterebbero mai il rischio, legato ai panni, di puzzare e lasciare la scia come Pollicino, ma non di molliche di pane.

Ragion per cui, tutte devono sottomettersi all'acquisto di assorbenti.

Nel caso più economico, una donna media, che ha 5 giorni di mestruazioni ogni 28 giorni, con una condotta igienica media, si cambia 4 volte al giorno l'assorbente. Il che significa 2o assorbenti ogni 33 giorni (28 di stasi - non alberto - e 5 di mestruazioni), cioè 220 assorbenti in un anno (365/33=11,qualcosa). Sti 220 assorbenti, che possono diventare molti di più in caso di alta igiene (di meno no, perchè, raggiunta la capienza massima, l'assorbente si sfascia e si torna all'effetto Pollicino), costano 44 € all'anno.

E poi la gente si lamenta della quota della carta di credito di 31 € all'anno.

lunedì 9 novembre 2009

C'è accompagnatore e accompagnatore


L'altro giorno, il giorno in cui io correvo vestita da jogging e tutti gli altri correvano vestiti "in civile", ad un certo punto ho girato l'angolo, e, chi sa perchè, c'ero solo più io.
Quando ho rigirato un altro angolo, ho visto un cane minuscolo, una specie di chyiwawa, anzi, ora che ho cercato l'immagine su google, posso confermarvi la sua chiwawosità totale.
Questo chiwawa era vestito di tutto punto con una tutina tipo quella della foto, ma in pile, e di colori rosso e fuscia fosforescente.
Mi sono chiesta che ci facesse un chiwawa vestito di tutto punto da solo su un marciapiedi, in un'isola pedonale, dove tutti gli altri cani, anche grandi grossi e probabilmente vaccinati erano accompagnati da fior di badanti e padroni.
Poi, ho capito.
Il cane non era solo.
Era accompagnato.
Da un uomo.
Le chiappe dell'uomo erano affondate nel sedile del suo SUV, e il SUV avanzava a passo di chiwawa.

venerdì 6 novembre 2009

Punti di vista stilistici


Stavo correndo al solito parco dove ormai corro solo più sporadicamente.


Il solito signore correva, come al solito.

Poi, però, mi sono girata, e c'era in filippino con un cane al guinzaglio, e anche lui correva con la giacca e i jeans.

Mi sono chiesta se sti due non potessero correre vestiti come tutti gli altri, con una tenuta da jogging.

Poco più in là, una signora con la gonna e la borsetta correva, e aveva pure i tacchi.

Un cinese con un altro cane al guinzaglio correva pure lui, e anche lui aveva i jeans.

Insomma, intorno a me tutti correvano, e io ero l'unica a correre in tenuta da jogging.
Tutta questa gente si sarà chiesta sicuramente se io non potessi correre vestita come tutti gli altri, con una tenuta da città.
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NdR: lunedì continuerò la narrazione della mia seduta di jogging, perchè le mie rare sedute di jogging sono come il maiale, non si butta via niente, e, soprattutto, quello che ho visto girando l'angolo è sicuramente da non buttare.

mercoledì 4 novembre 2009

Blogger da concentrazione e programmazione

L'altro giorno ero presa nelle maglie della mia folle vita attuale, quando mi hanno chiamata e mi hanno detto: "Bello, il tuo post di oggi".
E io mi sono chiesta: "Quale post?"

Già, perchè ora che sono sempre di corsa non posso più essere una blogger normale, che ha un'intuizione al giorno e la scrive ogni giorno.

Sono una blogger da accumulo, lobotomizzata per tutta la settimana e intuitiva a palla nei week end. Devo avere tutte le intuizioni in un solo momento, nel week end, quando ho la connessione e il tempo di scriverle. Così poi posso programmare le mie intuizioni lungo la settimana e far finta di essere una blogger semi-normale.

Ma non chiedetemi anche di ricordarmi che post ho programmato per il giorno in corso.

Anche perchè in quel giorno cade in settimana e io sono nella fase lobotomizzata.

lunedì 2 novembre 2009

Indizi del fatto che nella vostra vita avete frequentato troppi corsi a frequenza obbligatoria (e conservate tuttora la malsana abitudine)



  • alzate la mano per intervenire quando parlate con un vostro amico in un pub;


  • chiedete a vostra madre il suo numero di fax per spedirle il foglio giustificativo della vostra n-esima assenza nel week end al pranzo di famiglia;

  • prendete appunti quando guardate il telegiornale;

  • quando caricate in macchina il vostro pc pieno di appunti, file, bigliettini relativi ai vostri corsi, lo mettete al riparo dietro borse morbide, e il vostro unico pensiero quando sfrecciate come dei pazzi in auto dal luogo di lavoro al luogo del corso è: speriamo che in caso di incidente non mi si rompa il pc.