LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

venerdì 30 gennaio 2009

Reazioni a catena



Pedalavo come al solito.


Come al solito, in un controviale.


Come al solito, con tutte le strade che arrivavano da destra.


Come al solito, alcune con il dare precedenza, altre no, e se le macchine arrivano da destra e non hanno il segnale di dare precedenza, la precedenza s'ha da dare.



Sono arrivata ad uno di quegli incroci dell'ultimo tipo, quelli dove gli altri non hanno il dare precedenza e così devi dargliela tu, anche se sei tutto bello sparato nel tuo controviale principale dritto come un fuso. Non importa, sei dritto come un fuso ma devi fermarti lì, nel dritto. E l'altro, nello storto, invece, no, non si deve fermare.



E così sono arrivata lì, e c'erano tante macchine, tutte incastrate a croce uncinata.


E così mi sono detta: va beh che devo dare precedenza, ma sono una bici così magrolina rispetto a tutte ste macchine larghe che quasi quasi je me faufile subtile comme un reptile in mezzo e mica la dò, sta precedenza.


E così sono mi sono faufilata.



Già.



Ma c'era un tipo su un macchinone che mica era tanto contento. Mi ha fissata con due occhi abrasivi, ma io ho sollevato una mano a dita aperte, e ho assunto un'espressione così dispiaciuta che mi si sono arricciate tutte le rughe della fronte e anche del lato occhi.



E così, ha desistito.


Non mi ha neppure suonato.


Niente.



E' partito a tutta canna, velocissimo, per scaricare il nervoso provocato da me.



Ad un certo punto, come se non fossi bastata io, c'era una smart che è uscita da un parcheggio in retromarcia. La tipa dentro era là tutta tranquilla, ché, essendo una donna multitache, si stava passando il rossetto con il mignolo sinistro, il rimmel con l'indice sinistro, con una mano guidava, aveva pure lo specchietto tutto girato per controllare il trucco, e intanto usciva dal parcheggio. Vorrai mica che veda ANCHE il macchinone in arrivo!?!?



E così, l'uomo del macchinone, carico dell'ira da me cagionata, le ha strombazzato una clacsonata lunga quasi quanto La corazzata Potëmkin, che, contrariamente a quanto penserete voi, dura solo 64 o 67 minuti ( a scelta, fate voi), ma una clacsonata che dura quasi 64 o 67 minuti è comunque già degna di nota.



Al che la biondona è partita con la sua smart bianca, sbuffandomi una fumata nera in faccia ( intanto io ero arrivata, e il macchinone era un puntino all'orizzonte, un puntino tipo questo, ma diverso a guardarlo con il binocolo).



Ha accelerato come una malata, arrabbiatissima per la clacsonata indirizzatale dal tipo arrabbiatissimo per la mia mancata precedenza. Si è tuffata in questo mega incrocio e





PPPPAMMMMMMMMMMMM





che roba le reazioni a catena

giovedì 29 gennaio 2009

Avvicinamenti progressivi

Correvo su una strada tutta dritta, e guardavo in fondo in fondo.

In fondo in fondo ho visto un puntino nero:


Chissà cos'è, mi sono detta.

Poi, andando avanti, ho capito: un gatto nero. Marò, ora mi attraversa la strada, ho pensato. Ma poi mi sono detta: non sono mica superstiziosa, e ho continuato a correre.


Continuando a correre, ho notato che non poteva mica essere un gatto nero. Troppo grosso. Era sicuramente un tenero, morbido, coccoloso barboncino nero:

Avvicinandomi ulteriormente, mi sono accorta che non era neppure un barboncino.
Era questo bestio qui:

Mi sono detta: se non ho paura non attacca.

Del resto, i cani attaccano se sentono il sudore cagionato dalla paura.

Peccato che io, correndo, fossi sudata per la corsa.

E così, il bestio si è messo a rincorrermi per tre isolati, arrivando ad azzannarmi i pantaloni, per poi ritrovarsi con in bocca un brandello di stoffa.

Da quel giorno corro con un binocolo appeso al collo.

Sbatacchia un po', ma serve abbastanza.

mercoledì 28 gennaio 2009

Rezioni semaforiali


Quando arriva un mendicante ( di quelli semplici, no lavavetri, no giocolieri) a mendicare in mezzo alle macchine ferme al semaforo, è uno spasso guardare le reazioni di quelli che sono dietro di te in coda. Di solito sono le seguenti:
  • iniziare a frugare sotto il tappetino, caso mai quell'arancia puzzolente fosse finita proprio lì e si fosse stati folograti sulla via di Damasco dall'idea del possibile luogo di sparizione proprio al passaggio del mendicante;

  • mettersi le dita nel naso, frugando nei menadri più reconditi, speranzosi che di fronte a contanto schifo anche il mendicante si ritiri;

  • guardare a destra, solitamente con la mano tesa a proteggersi il viso dal mendicante, come se non si trattasse di un mendicante, ma di un fascio di luce tipo raggio catturante proiettato da un disco volante casualmente atterrato a sinistra della propria autovettura;

  • fare la gara a chi distoglie prima lo sguardo o, a scelta, a chi ride dopo, con il mendicante. Si calcoli, in questo secondo caso, che il mendicante avrà maggiori probabilità di vincere ( o forse no, dipende dal reddito che tira su svolgendo il suo lavoro mendico e da quello che tira su l'autista dell'auto in questione);

  • grattarsi la testa, sperando che il deposito di forfora faccia sull'interno del vostro vetro lo stesso effetto coprente che fanno le nevicate sull'esterno del vetro, ma più in fretta;

  • a voi commentare copiosamente con altre reazioni.

Ovviamente, l'osservazione potrà essere condotta con divertimento solo dopo aver smaltito il mendicante vicino al VOSTRO vetro, cosa chepotrete fare usando alternativamente o sommativamente qualcuna o tutte le suddette modalità.

Non ho di proposito citato l'alternativa in cui si abbassi il vetro e si elargisca una piccola somma al mendicante. Non è statisticamente significativa.

martedì 27 gennaio 2009

Blog in prestito

Oggi presto la mia pagina al mio PFM, che vuole farvi una domanda:

SECONDO VOI, QUAL E' L'OGGETTO PIU' PERSO DELLA STORIA?

A voi rispondere, e vediamo se l'oggetto da lui designato rientra nelle vostre risposte.

lunedì 26 gennaio 2009

Celebrità temporanee

Ieri sono andata a sciare in un posto a un'ora e quaranta di macchina da Torino.
Sono partita alle 8 del mattino da casa, in modo da essere alle biglietterie alle 10. Alle 10, 15 ero alle biglietterie.

Mi sa che tutta Torino è partita alle 8 per essere alle biglietterie alle 10. Infatti ho fatto un'ora di coda, che alle 11,20 è svanita, per lasciare 2 0 3 persone in fila alle casse.


La prossima volta partirò alle 9, così arriverò là e troverò una coda di 2 0 3 persone.


In ogni caso, non tutto il male vien per nuocere.


Nell'attesa, ho notato che c'era un sacco di ragazze/signore/anzianotte truccatissime: rossetto rossissimo, fondo tinta tintissimo, ombretto polverosissimo coloratissimo. O occhiali zigrinati con decorazioni in rilievo e incroci stranissimi nella montatura.


Ho avuto tempo per domandarmi a cosa servisse questo look.


Poi, a metà coda, ho trovato la risposta.


Sono andate tutte a Cannes.


E a Cannes, davanti al Palais des Festivals, hanno visto queste:


Al che, hanno voluto anche loro mezza giornata di celebrità: si sono dette: se cadrò a faccia in giù nella neve, almeno lascerò l'impronta.

Fino al passaggio del prossimo gatto.

venerdì 23 gennaio 2009

Colori


Questo è l'anno dei COLORI.

Del resto, io sono molto di tendenza, e mi sono subito conformata al VIOLA imperante.

L'altro giorno, però, ho deciso di darmi al rosso.

Ricorderete bene le nevicate ininterrotte degli ultimi tempi.

Nonostante ciò, appena ha fatto quasi bello, sono saltata in sella alla mia bici.

Dopo aver strizzato il sellino con le chiappe, ho deciso di trovare una soluzione all'umidità del fondoschiena.

Mi sono ricordata di un'amica che gira con un sacchetto di plastica sul sellino.

Il suo è bianco.

Banale.

Perchè un sacchetto bianco?

Io l'ho messo ROSSO!

Bellissimo!

Del resto, mi sono detta, anche la Ferrari rossa è più bella che bianca.

( Non mi sono detta che una Panda rossa rimane comunque una Panda).

Per un bel po' ho contemplato il mio mezzo rinnovato.

Per una settimana ho girato con il sellino rosso.

Poi ieri, in casa, guardando i jeans che ho usato durante questa settimana, e il colore che avevano assunto ad altezza chiappe, ho deciso di mettere anche io un sacchetto BIANCO.

giovedì 22 gennaio 2009

Pane e simpatia ( niente amore)

Una volta andavo a comprare il pane in una panetteria piccolissima, che faceva angolo in una via vicino a casa mia. C'era sempre un caos tale di vecchietti che se decidevo di comprare il pane lì dovevo preventivare di passarci tutta la mattinata. Ma la cosa peggiore, peggiore ancora dell'ammasso di gente, era la titolare del negozio. Era una bella signora con i capelli lunghi neri raccolti in una coda di cavallo. Quando ti serviva lei, ti tirava il pane addosso, ti lanciava il resto addosso, non ti salutava nemmeno e ti fissava con una faccia incarognita da rotweiler dopo una plastica facciale ma non mentale.
Io ci andavo solo perchè il pane era buono e perchè era l'unica panetteria nei pressi.

Poi, il negozio ha chiuso. Hanno messo un bigliettino. Chiuso per ampliamento locali.
I locali si sono ampliati, ma a 200 m di distanza. Il negozietto è sempre chiuso.

A 200 metri hanno aperto un locale a due vetrine, tutto colorato plastificato, fashion al massimo, tanto che, se non sapessi che il panettiere è sempre lo stesso, mi verrebbe da pensare che lì si venda pane prefabbricato precotto surgelato plastificato.

Invece no: il pane è sempre lo stesso.

La padrona anche.

Solo che ora si è tagliata i capelli.

E quando vai lì ti sorride sforzandosi oltre ogni limite, ti saluta, e si prodiga anche in battutine che vorrebbero sembrare simpatiche.

Quasi quasi preferivo prima.

mercoledì 21 gennaio 2009

Paradossi bloggosi

Nei miei consigli per blogger iniziali, credevo che uno dei cavalli di battaglia fosse proprio il fatto di aggiornare spesso il blog.
Poi, ho consultato le mie statistiche.

Quando mi applico, posto blog simpatici, mi sento a posto con la coscienza bloggosa, guardo le statistiche e non ci sono poi tantissimi accessi. Una cosa mediocre.

A luglio, poi, con gran rammarico, me ne sono andata un mese intero in Grecia in tenda, ed era complicato e rischioso portarsi il pc con generatore a manovella e connessione satellitare.

Per tutto il mese non ho fatto (QUASI) altro che pensare al mio blog abbandonato e al conseguente, logico, fisiologico calo di hits.

Sono tornata e mi sono subito precipitata sui web tracker del mio sito.
Ho fatto il confronto con l'anno precedente, quando avevo postato un post al giorno per tutta l'estate.

Avevo più hits nel luglio 2008 che nel luglio 2009.

Ora, le spiegazioni possono essere soltanto le seguenti:
  • i miei lettori, non vedendo l'ora di togliersi lo spigolo del mio spigoblog dal fianco, appena notano uno strano calo dei post, lanciano un passaparola inferocito, all'insegna del "forse ha chiuso il blog!";

  • non ne trovo più: se ne avete voi, fatevi sotto nell'area commenti, ma mi raccomando, non sgomitate, ché è sempre molto affollata.

martedì 20 gennaio 2009

Visioni fatate


Stamattina stavo correndo intirizzita nella nebbia piovigginosa, nel solito parco dove corro quando non ho voglia di attraversare mezza Torino con smog annesso.

Ad un certo punto ho visto una casa grande, con finestroni enormi in centro, e ai lati due torri. Ma non due torri di quelle cattive, tutte merli lance e cannoni. Due torri morbide e gentili, con in mezzo quei finestroni che diffondevano una luce calda, dietro ai pini con la neve ghiacciata sui rami.
Ero sicura che dentro ci fosse una gentil vecchina, con un bel grembiulino colorato, che girava sorridente con in mano un vassoio di thé e pasticcini caldi e fragranti fatti con le sue mani. E tutt'intorno una musica diffusa e rilassante. E che, una volta entrati là dentro, il tempo si fermasse, e ci si potesse rilassare al tepore di un caminetto acceso.

Poi ho visto un cartello davanti al portone d'ingresso.

Spinta dalla curiosità, ho deviato il mio percorso fin davanti al cartello.

Sul cartello c'era scritto:

"BANCA MEDIOLANUM

UFFICIO PROMOTORI FINANZIARI"

venerdì 16 gennaio 2009

TV senza parole

Ho già avuto occasione di parlare della tv senza parole.

Ieri ho visto un esempio di TV senza parole che mi ha lasciata senza parole.



Beccatevi un'anteprima: cliccate sul video, e guardate l'episodio dal minuto 2.18 al minuto 2.40 ( "Gli italiani si voltano", di Lattuada).

Se poi vi piacesse, ma anche se non vi piacesse ( dato che se ne vedono 22 secondi, peraltro non tanto significativi), affittatevi il film, scaricatevelo, oppure compratevi Alice home tv ( se ce la fate, è incluso nell'offerta...incredibile!).

giovedì 15 gennaio 2009

Cameriere poliglotta


Sono in pizzeria.

C'è un cameriere con la maglietta con il nome della pizzeria stampigliato su, con tutta la pancia che preme contro il cotone sudato.

Vicino a me, una coppia di anziani precisini, pieni di portapasticche in fine ceramica.

Il cameriere si avvicina alla coppia, lanciato nella sua opera di marketing diretto, e consegna la lista dei dolci con un sorriso ( non è facile, provateci, lo dice anche Flavio Oreglio -minuto 1.35-).

Aggiunge, con una pronuncia austriaca impeccabile: "In più, ci sarebbe anche la Sacher Torte".

I due lo osservano: "Eh?".

Lui: "La torta Sacher".

Loro: "Ahhhhhhh!"

martedì 13 gennaio 2009

Libertà di parola?

Mi attacco a internet.
Apro questa videata, quella che vedete qui sopra.
Ci scrivo dentro quello che voglio.
Clicco si "pubblica".
Quello che ho scritto è leggibile da chiunque sia connesso in tutto il mondo.

E' libertà di parola ( scritta)?

lunedì 12 gennaio 2009

Il PFM, ancora lui, e De Andrè, ancora lui

Va bene, va bene, a questo punto so che lui si sentirà male due volte, ammesso e non concesso che legga tutti i miei post.

Ieri sono stata a Genova per il decennale della morte di De Andrè.

Il che ha fatto sì che abbia visto la mostra di De Andrè accalcata in mezzo a una folla soffocante.

Il che non ha impedito che lo trovassi anche qui.

Il mio PFM( Pensiero Fisso Maniacale):



Che poi PFM volesse dire altro è del tutto secondario.

sabato 10 gennaio 2009

Cas de figure: genialità vs deficienza


Ecco illustrati più cas de figure in cui molti di voi ( e molti di noi) si riconosceranno.
[Il corsivo è il pensato.]

CAS DE FIGURE N. 1
Persona in gamba: "Sei un genio!"
Voi/noi: "Oh, grazie!"
Sempre voi/noi: "Che figo, sono un genio!"

CAS DE FIGURE N. 2
Persona in gamba: "Sei un deficiente!"
Voi/noi: "..."
Sempre voi/noi: "Deficiente sarai tu!"

CAS DE FIGURE N. 3

Deficiente: "Sei un genio!"
Voi/noi: "Oh, grazie!"
Sempre voi/noi: "Che figo, sono un genio!"

CAS DE FIGURE N. 4

Deficiente: "Sei un deficiente!"
Voi/noi: "..."
Sempre voi/noi: "Deficiente sarai tu!"
A proposito di ciò, vi alleterei il week end con questa fantastica chicca sull'essere deficienti o meno.
Veramente, cliccate su "questa fantastica chicca".
Anche voi che non cliccate mai.

venerdì 9 gennaio 2009

Idee per il week end


11 gennaio 2005: un mio amico mi raggiunge a Nervi.

Mi raggiunge perchè è da sei anni che è morto De Andrè.

Mi fa: "Oh, sarà una figata! L'anno scorso c'erano manifestazioni spontanee di musica per tutta Genova, troppo bello!".

E' armato di chitarra, con gli occhi che brillano.

Quando esco dall'ufficio, prendiamo immediatamente il treno per Genova Brignole.

Ci tuffiamo nei vicoli.


Niente.


Non c'è niente.


De Andrè si festeggia solo nei lustri.


mercoledì 7 gennaio 2009

Morte inconsapevole


Non è che, mentre si sta vivendo, ad un certo punto si muore senza accorgersene e si finisce all'inferno/paradiso senza accorgeresene?

Se si finisce all'inferno, tutto va più storto di prima, ma si crede di continuare la propria vita e ci si dice: "Va beh, sono solo un po' sfortunato". Invece si è solo un po' morti.

Se si finisce in paradiso, invece, tutto va bene, ma si crede di continuare la propria vita e ci si dice: "Ottimo, sono molto più fortunato". Invece si è solo molto più morti.

lunedì 5 gennaio 2009

Altri antistress


Forse l'antistress numero uno non funziona.
Forse no.

Nel caso in cui non funzionasse, vi propongo questa seconda soluzione.

  1. prendete il vostro PFM;

  2. fatelo a pezzettini tramite un tritaPFM;

  3. prendetelo e spargetelo in una scatola;

  4. tappate ermeticamente la scatola;

  5. andare in Portogallo, nel posto più occidentale d'Europa ( Cabo de Roca, che è anche un bel posto, già che ci siete);

  6. lanciatelo con una forza da lanciatore del giavellotto in mezzo all'Oceano;

  7. prendete una scatola grandissima;

  8. richiudetevi l'intero Oceano;

  9. mettete la scatola grandissima su un razzo potentissimo;

  10. lanciate il razzo su Plutone.

Nel caso in cui i Plutoniani vengano a riportarvi il tutto indietro, stressati dal vostro PFM, utilizzate quest'altra soluzione:

  1. prentete il vostro PFM;

  2. impacchettatelo;

  3. portatelo all'ufficio postale più vicino a casa vostra;

  4. mandate il pacco con posta celere al vostro vicino di casa più antipatico.

I risultati di questa seconda soluzione possono essere due:

  1. con probabilità 1%, il pacco arriverà al vostro vicino antipatico, che impazzirà, e poi vi rimbalzerà nuovamente addosso;

  2. con probabilità 99%, il pacco si perderà chissà dove, e avrete allontanato per sempre il vostro PFM.

sabato 3 gennaio 2009

Antistress


Lo stress è pensare a qualcosa che ci angoscia mentre non lo stiamo ancora facendo.

Il PFM ( Pensiero Fisso Maniacale) è qualcosa che ci angoscia, e riguarda una cosa che dovremo fare e che non ci piace, di solito, o qualcosa di cui comunque abbiamo paura, o che non possiamo più avere, o una cavolata fatta in passato.

La soluzione per eliminare lo stress e il PFM è quindi semplicissima: basta fare CONTINUAMENTE quella cosa che ci angoscia.

Facile no?

Chissà come mai la gente non ci pensa...

giovedì 1 gennaio 2009

Vaso


"E' che un giorno, gironzolando, trovi un vaso in mezzo alla monnezza.
Ti sembra un bel vaso, cosa ci fa lì in mezzo a tutta quella sporcizia?
Lo raccogli, lo pulisci e lo piazzi al centro del tavolo, perche' e' proprio un bel vaso.
E non smetti di guardarlo, e anzi, lo riempi di fiori.
Davvero una meraviglia, ma come avevi fatto a non vederlo prima?
Decidi che il vaso restera' per sempre al centro della tua tavola.
Innaffi premurosamente, spolveri e lo mostri a tutti.
Passa il tempo, e sulla tavola si accumulano un sacco di cose.
Lo sposti un po', e non ti accorgi che e' gia' sul bordo.
Non ti accorgi neanche che i fiori sono appassiti. Continui a immaginarti il tuo mazzo policromatico e continui ad aggiungere acqua nonostante l'olezzo di marciume che ne esce.
Fino a quando, un giorno, il vaso cade.
Atterra al piano di sotto con un fragore esplosivo, in un turbinio di cocci proiettati per metri e melma maleodorante e sterpaglie.
Cazzo il mio vaso, pensi.
E tutti i miei fiori, pensi.
E ti metti a raccogliere freneticamente i cocci, te li conficchi nelle mani, nelle braccia nel cuore.
Ti abbruttisci con la melma e puzzi come un cadavere, ma al momento non te ne importa tanto: sei impegnata a salvare il vaso.
O meglio, l'ex vaso.
L'unica soluzione e' buttare tutto, liberare la tavola, e fare spazio. Forse anche aprire le finestre e darsi una lavata non sarebbe male.
Poi, puoi anche uscire."
Dedico il primo post dell'anno alla mia amica che ha scritto questo post.