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domenica 7 settembre 2008

Bici mutanti

Oggi mi sono armata di mutande imbottite di pelle di daino, maglietta da bici, scarpe da ginnastica, e sono scesa nell'antro spettrale in cui tengo la mia bici da corsa.
L'antro spettrale è la cantina del palazzo d'epoca ( nel senso che ha visto parecchie epoche) in cui vivo: dentro, speravo di trovare la mia bici, d'epoca anch'essa, ma ancora ben conservata.
La cantina d'epoca è corredata di lucerna d'epoca, da collegarsi manualmente alla presa della luce. Noncurante di topi ragni e altre amenità, mi sono spinta nell'oscurità più totale e ho allungato le mani verso quella che doveva essere la mia bici. Ho toccato qualcosa di morbido.
Per un attimo, ho pensato che qualcuno, a giugno, mi avesse portato un pelouche in cantina, come regalo di compleanno.
Per vedere il pelouche, l'ho portato alla luce.
Non era un pelouche.
Era un gorgonzolone gigante ammuffito a forma di bici da corsa.
Nello spostamento ha creato una nube tossica che a momenti morivo per un incidente con la bici. In effetti, non avevo il casco in testa. Anche il casco, del resto, aveva 2 cm di muffa che lo rivestivano completamente.
La mia attrezzatura da bici sembrava la pubblicità contro l'AIDS, ma in versione molto più splatter. Penso che se nello spot avessero messo l'aureola che avevo oggi io intorno alla bici invece di quell'alone rosa, avrebbe sortito un effetto molto maggiore.

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