LE COSE CHE SCRIVO IN QUESTO BLOG SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (BACATA).
QUALSIASI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ESISTENTI E' CAUSALE.

sabato 29 dicembre 2007

Cioccolato

Non sarà un kolossal, non sarà il film più impegnato del mondo (leggermente sì, però), ma quando l'ho visto mi sono rasserenata e rilassata. C'era un signore al cinema che ha rischiato di strozzarsi con i popcorn dal ridere.
E poi, se proprio non vi piacesse il film, potete sempre rifarvi gli occhi con Luca Argentero e Violante Placido (se ce la fate, anche con Monica Scattini e Francesco Pannofino, dipende dai gusti).
E se proprio ma proprio non vi piacesse il film e nemmeno gli attori, potreste sempre consolarvi con un tubo di Baci Perugina, che un po' di pubblicità manco tanto occulta non fa mai male.

venerdì 28 dicembre 2007

L'uomo medio

Prchè ho iniziato questo blog?
perchè ho conosciuto lui, e lui mi ha detto: "Un uomo medio ha in media un'intuizione al giorno".
E allora mi sono detta: beh, se un uomo medio ha in media un'intuizuione al giorno, allora io, che sono una donna che ha fiducia nella parità uomo-donna, dovrei averne altrettante.
Infatti, oggi credevo di avere un'intuizione. Abbastanza copiata, abbastanza poco intuitiva, ma c'era.
Quando uno entrava in www.viamichelin.it o .com o l'estensione che dir si voglia, e richiedeva un itinerario che contemplasse passaggio dall'Europa all'America, via Michelin invitava ad attraversare l'Oceano a nuoto. Il che mi sembrava un simpatico invito a viaggiare e a dedicarsi a un'attività sportiva in questo periodo di festività natalizie e pappatorie.
Ma adesso ti dicono che l'opzione scelta non è realizzabile per PROBLEMI TECNICI. Che abbiano prosciugato l'Atlantico mentre mi sono distratta? No, no, direi di no, altrimenti si sarebbe potuti passare in automobile...

Va beh, fatto sta ed è che via Michelin mi ha fregato l'intuizione del giorno.
E così, eccomi qui a scrivere questo post poco intuitivo.
E checcevolete fà?

Donna media sono!

giovedì 27 dicembre 2007

COS'E' L'INTELLIGENZA?


Cari internauti approdato su questo blog con un motore di ricerca, siete speranzosi? Vorreste trovare la definizione di intelligenza per i vostri studi o per curiosità personale?

Vi pacerebbe leggere che l'intelligenza è la mobilitazione delle competenze, intese come sommatoria di conoscenze, abilità, capacità, empatia, flessibilità, comprensione, logica, razionalità, eccetera eccetera eccetera?

Che ci sono tante intelligenze, una emozionale, una razionale, una costruttiva, una astratta, una creativa eccetera eccetera?


E invece no.


A me sembra che l'intelligenza sia una specie di mito, tipo Atlantide, il Punto G, il trucco del mago, che c'è ma non si vede nè capisce.


Io, cosa sia l'intelligenza, più ci penso, meno lo capisco.


Sarà che non sono tanto intelligente.

mercoledì 26 dicembre 2007

Propositi per l'anno nuovo

Allungate la mano verso lo schermo, e afferrate questa:

La sentite? Pesante, liscia nelle vostre mani.
Impugnatela bene. Fate delle prove roteandola nell'aria.
Quindi, posatela pure vicino a voi, a portata di mano.


Poi, tornate a interagire con lo schermo: riallungate la mano, e afferrate questa statuina di grande valore:


Ecco. Appoggiatela su un ripiano solido, tipo un tavolino di marmo, oppure per terra. Non sul parquet, magari, che è sensibile.

Ora, recuperate la clava, e fate a pezzettini la statuetta di grande valore.

Certo, perchè è giunta l'ora che

ROMPIATE GLI INDU' G

lunedì 24 dicembre 2007

giovedì 20 dicembre 2007

Natale si avvicina

<< La città è un luccicare di lustrini regali Babbi Natale promozioni alberi di Natale pacchetti fiocchi. Da piccola avevo sempre amato l’atmosfera delle feste. Osavo perfino asserire che era il mio periodo preferito, perfino più dell’estate con i suoi tre mesi di vacanza. Affermazione significativa, per una bambina che al termine delle vacanze scolastiche (qualsiasi vacanza scolastica) avrebbe preferito prendere a testate un muro piuttosto che rimettersi sui banchi.
Camminiamo abbracciati. Mi piace affondare l’alluce dentro la sua cintura, e sentire tutta la struttura ossea del mio compagno assestarsi ad ogni passo. Il passeggero dubbio che Mamour sperasse che non ce la facessi a trovarlo e tornassi in Italia con le pive nel sacco è accantonato. Lui è felice, mi prospetta già i manicaretti che mi cucinerà mentre lavorerò, e che troverò sulla tavola imbandita al ritorno dall’hotel. Non mi sembra un atteggiamento da persona scocciata.
Ora la priorità è trovare un regalo per i suoi fratelli. Deve riuscire a condensare in una sola soluzione i gusti di ben sei persone. Il piccolo Ibrahim sicuramente vorrà un gioco. Le sorelle, Boirika e Penda, saranno interessate a ben altro, e lo stesso si può dire del secondogenito Malaw e di Mamadou, con i suoi sedici anni.
Alla fine viene stabilito che il dono più gradito sarà sicuramente una piattaforma per videogiochi, che metterà d’accordo tutti, soprattutto Mamour, che non vede l’ora di usarla a sua volta. Alla faccia della sua saggezza e maturità, dirai, caro lettore. Tutto sommato è un bene che il fanciullino che c’è in noi sopravviva, ti risponderò io.
Tutto va bene, la situazione volge al meglio, ma io non posso starmene in panciolle a godere di questo beato istante per più di mezz’ora. Infatti, all’incirca al trentunesimo minuto di passeggiata, esordisco con una delle mie solite osservazioni argute.
- Ma fate qualcosa per Natale?
Faccio la gnorri, pur sapendo che l’anno precedente aveva fatto un pranzo in famiglia.
- Certo, facciamo un pranzo.
- Ma mi sto chiedendo come mai ti preoccupi tanto per i regali natalizi.
- Beh, dopodomani è Natale, sarebbe quasi ora.
- Uh, sì, vero. Ma… che ne pensi di quest’atmosfera? La trovi natalizia?
Mi guardo intorno.
- Mah, sì, è natalizia, ci sono le decorazioni, i regali in vetrina, si, è natalizia, perché me lo chiedi?
Anche lui dà un’occhiata vaga all’ambiente circostante.
- Perché da piccola impazzivo per l’atmosfera natalizia, ora invece non la sento molto.
- Beh, si vede che è una festa particolarmente dedicata ai bambini. Anche io la sentivo di più da bambino.
Passano due ragazzini, tutti immersi nel loro videogioco tascabile. Ci urtano, talmente sono presi.
- Sì, ma quello che mi dispiace è il fatto che non si viva più il vero senso del Natale.
- Perché? Quale sarebbe il vero senso del Natale?
- Beh, lo dice il nome stesso…Natale…giorno della nascita, è la nascita di Gesù. La cosa è nata tutta da lì, ma la gente correndo e pensando solo ai regali ha scordato tutto.
Arrossisco, mentre gesticolo nell’aria per porre maggiore enfasi sulle mie parole, o semplicemente perché sono italiana, e, come dicono i francesi, per impedire di parlare ad un italiano basta legargli le mani.
- Ma cosa stai dicendo? Il Natale è una festa di tutti! Il Natale E’ farsi regali! Che cosa diavolo vai farneticando con il tuo spirito bigotto ed ottuso?
Alzando il volume e mettendosi a camminare in mezzo alla strada, a tre metri da me.
- No, il Natale è una festa religiosa, come origine. Non dico che sia sbagliato farsi i regali, ma non si tratta SOLO di questo, che tu lo voglia o no!
Mi accorgo di essere paonazza, guardandomi nello specchio che c’è nella vetrina davanti a cui ci siamo fermati.
- No, invece si tratta SOLO di questo!
Urla come un ossesso e tutti ci guardano, alla faccia dell’uomo calmo e misurato per cui si fa passare.
- Beh, probabilmente per la tua religione è una festa così senza motivo, e mi pare anche normale, dato che i musulmani non dovrebbero nemmeno festeggiarla!
- Ma cosa stai dicendo? Il Natale è una festa laica, è una festa dello Stato, le scuole chiudono. Non ha nulla a che vedere con il tuo bigottismo.
Camminiamo a grande distanza, tra la folla, e alziamo sempre di più il volume.
- Ma che bigottismo! Sto solo dicendo che io come cattolica penso che i cattolici dovrebbero pensare che è il giorno della nascita di Gesù. E gli altri facciano come vogliono.
- Dovrebbero! Verbo dovere! Ecco! Tu sei una dittatrice, bigotta e ottusa. Questa me la segno, dopo quella del musulmano dell’anno scorso e questa del Natale, non pensare che ti veda con lo stesso occhio. Tutto questo va ad incidere sul mio atteggiamento verso di te e verso il nostro futuro.
- Ma che futuro? Noi non abbiamo futuro! Se ti comporti così ora, figurati se fossimo sposati. Mi USERESTI come sforna-figli e donna delle pulizie!
Entro in un negozio, ci aggiriamo tra le bancarelle basse cariche di oggetti luccicanti. Lui mi segue continuando la discussione.
- Ah, è questo quello che pensi di me! Bene. Io e te siamo una coppia a tempo determinato. Non penso di poter condividere la mia vita con un’integralista ottusa come te.
Questa volta è lui che s’intrufola in un grande magazzino tecnologico, e io cerco di raggiungerlo, lanciando le ultime cartucce.
- E neppure io con un invasato di matrimonio e figli musulmano!

Camminiamo più vicini. In silenzio.
Lo osservo.
Guarda dritto davanti a sé. I suoi lineamenti sono dolci e belli anche quando è arrabbiato. Cerco di rimuovere l’accaduto, di relegarlo in un angolo del mio cervello e chiuderlo a chiave, come dice di fare lui per non impazzire con me e i miei capricci e comportamenti sbagliati. Mi avvicino e gli prendo la mano. Me la scaraventa lontano. Lo abbraccio: stringo tra le mie braccia un tronco. Torniamo a casa fianco a fianco. >>


("M@l d'@fric@_no", Mattea Rolfo, Editore non si sa, 2006)

martedì 18 dicembre 2007

Sedie d'epoca


Avevo tanti pensieri per la testa. Ma proprio tanti.

Uno di questi era quella sedia d'epoca. Non pensavo che costasse cara così, o perlomeno, che avesse quel valore.

Poi, l'avevo vista simile in una vetrina: 265 €. Alla faccia!

[Per inciso, mi rendo conto ora che anche il proprietario della sedia in questione legge questo blog, ragion per cui lo scoprirà forse qui dentro prima che dalla mia vivavoce, trovandosi in Argentina].

Beh, ma chi lo sapeva che una sedia d'epoca rimasta chiusa in una casa disabitata per 7 anni, non appena le si fosse appoggiato un asciugamano sullo schienale, si sarebbe sfogliata peggio di un millefoglie? Eppure, è accaduto. Le ho messo su un asciugamano e lei si è divisa in tre pezzi, con tagli drittissimi orizzontali netti nel legno.

Allora mi sono detta: vado da quell'antiquario, quello che gliel'ha restaurata, in modo che la reincolli di nuovo. Magari AGGRATIS (non sono avara, ma oculata, non avida ma previdente, e soprattutto sono squattrinatissima da quando ho deciso di lavorare un sacco pagando, invece di continuare a lavorare relativamente poco essendo pagata).

Esco in un risicato ritaglio di tempo, arrivo in loco, dove il proprietario del negozio campeggia rubicondo in jeans e camicia all'ingresso del negozio. "Urfantà" come una pazza (ndr, in piemontese vuol dire rapida e ingarbugliata), in 10 minuti, gli spiego tutto quello che avete letto qui dentro finora (non in tutti i post da febbraio 2007, eh! Solo in questo!).

Lui mi guarda.

Sorride quando gli chiedo se posso portargli la sedia.

Poi, serafico, mi chiede: "Perchè è venuta da me?".

Io non capisco.

Lo guardo interdetta.

Faccio 4 passi indietro.

Leggo l'insegna del negozio.

LATTERIA.

lunedì 17 dicembre 2007

La signora in rosso




ENIVREZ-VOUS

Il faut être toujours ivre. Tout est là: c'est l'unique question. Pour ne pas sentir l'horrible fardeau du Temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre, il faut vous enivrer sans trêve. Mais de quoi? De vin, de poésie ou de vertu à votre guise. Mais enivrez-vous. Et si quelquefois, sur les marches d'un palais, sur l'herbe verte d'un fossé, dans la solitude morne de votre chambre, vous vous réveillez, l'ivresse déjà diminuée ou disparue, demandez au vent, à la vague, à l'étoile, à l'oiseau, à l'horloge, à tout ce qui fuit, à tout ce qui gémit, à tout ce qui roule, à tout ce qui chante, à tout ce qui parle, demandez quelle heure il est; et le vent, la vague, l'étoile, l'oiseau, l'horloge, vous répondront: "Il est l'heure de s'enivrer! Pour n'être pas les esclaves martyrisés du Temps, enivrez-vous; enivrez-vous sans cesse! De vin, de poésie ou de vertu, à votre guise."
Charles Baudelaire

Traduzione per chi non sapesse il francese e sapesse l'italiano:


UBRIACATEVI

Bisogna esser sempre ubriachi. Tutto sta in questo: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che rompe le vostre spalle e vi inclina verso la terra, bisogna che vi ubriachiate senza tregua. Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro, ma ubriacatevi. E se qualche volta, sui gradini d'un palazzo, sull'erba verde d'un fossato, nella mesta solitudine della vostra camera vi risvegliate con l'ubriachezza già diminuita o scomparsa, domandate al vento, all'onda, alla stella, all'uccello, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, domandate che ora è; e il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio, vi risponderanno: "È l'ora di ubriacarsi! Per non esser gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi; ubriacatevi senza smettere! Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro."

venerdì 14 dicembre 2007

CALIME'


20 Novembre 2007.
Passeggio sull'ameno marciapiedi dell'8gallery, ed ecco arrivare un signore in tuta, non tanto alto, con i capelli bianchi, grassottello e con la faccia del bambino che ha trovato un barattolone di marmellata in soffitta e sta per mangiarsela tutta alla facciazza della mamma, che aveva previsto di farcene quindici crostate.
Cammina fino ad un cartellone.
Estrae in pennarello indelebile nero.
Con l'aria precisa che mi sarei aspettata da Leonardo mentre ultimava la Gioconda, scrive in una parte bianca: CALIME', con tanto di data.

12 Dicembre 2007.
Sono in bici, ferma a un semaforo di fronte a piazza Castello.
Mi giro, e vedo un cartello di dare precedenza alla mia sinistra.
E sopra, in bianchetto, cosa c'è scritto?
21.07.2006 CALIME'.

martedì 11 dicembre 2007

Ho un padre poeta


Poesia onomatopeica dello sciatore:

un pendio immacolato........bianchissimo

ZACCHETE ZICCHETE

ZICCHETE ZACCHETE

ZACCHETE ZICCHETE

OPPALALAAAA.......PATAPUNFETEEEEEEEEEE!!!!!!!!

IL POETA: RIKI

lunedì 10 dicembre 2007

Guano

Certo che sono un bel problema.
Ho saputo che a New York c'è il serial killer, che ne ammazza 10 al giorno.
Quasi quasi lo invito in villeggiatura sui miei balconi.

domenica 9 dicembre 2007

Corridori


I corridori partono per una corsa.

Ipotizziamo che partano con una distribuzione uniforme di energia positiva/negativa (ad esempio, 70% positiva, 30% negativa) nella loro psiche, e che lo start sia a scaglioni di 30 secondi.

Finchè mantengono l'ordine di partenza, la loro energia decresce con la fatica.

MA...MA...appena uno supera l'altro, il superante assorbe un po' dell'energia positiva del superato, che a sua volta gliene cede, aumentando la sua percentuale di energia negativa dovuta al dispetto di essere stato superato.

Così, quello che supera tutti arriva primo con un'energia positiva quasi maggiorata, mentre l'utlimo arriva estenuato, sia per la fatica, sia per tutta l'energia negativa assorbita dai superanti che si sono susseguiti durante la gara.


Eh...già...quando corro sarebbe meglio che sentissi la musica come molti...

venerdì 7 dicembre 2007

Elasticità mentale


Cosa fa un elastico?

Si deforma, per poi tornare ad essere come all'inizio. Più e più volte.

Non che si sappia se è meglio o peggio la forma iniziale o quella finale.

Sono diverse, e ognuna è funzionale a suo modo.


Poi, finchè si tratta di un elastico, non è il caso di sindacare troppo, nè di costruire troppe filosofie. O, forse, sarebbe il caso, ma non abbiamo tempo. Ormai non c'è più tempo per far nulla, figurarsi per pensare agli elastici.


Ma noi? Noi come siamo? Cambiamo o no?


  • Beh, ci sono quelli elastici, che si adattano alle situazioni, per poi tornare sempre a confrontarsi con le proprio idee di partenza.

  • Poi, ci sono quelli rigidi, che non cambiano mai, così non devono nè uniformarsi nè confrontarsi. Abbastanza comodo, in fin dei conti.

  • Poi ci sono quelli sfibrati, che si adattano alle situazioni, e poi si accorgono che la loro elasticità è arrivata alla fine, e non riescono più a tornare indietro. Rimangono incastrati in quell'adattamento finchè campano.

  • E quelli che si rompono? Tirano il loro elastico talmente tanto che alla fine si spezza, e ciao ciao...

Il divertente è che alla fine, tra essere rigidi e essere elastici non cambia poi tanto.

Perchè se decidiamo di fare come i testimonial Collistar, che guardano il risultato, notiamo che il punto di arrivo è il punto di partenza.


Casistica:

PUNTO DI PARTENZA ---> CAMBIAMENTO ELASTICO ---> ELASTICO RITORNO ALLE ORIGINI, CIOE' AL PUNTO DI PARTENZA (persona elastica)


PUNTO DI PARTENZA=PUNTO DI ARRIVO (persona rigida)


Il meglio è quando si vive una storia sentimentale.

Si parte in un certo modo (cioè essendo sè stessi). Se si è elastici ci si modifica, e a volte si arriva perfino ad essere soddisfatti del risultato. Si arriva perfino a dire: "Ma che bello, sono diventato una persona migliore, ho corretto quegli spigoli del mio carattere, chi l'avrebbe mai detto!?!?". Nel momento in cui si è finalmente diventati pressochè complementari all'altro, Murphy vuole che l'altro si rompa le @@ di noi, e vada a cercare uno perfettamente supplementare a lui. E così, noi ci diciamo: "Almeno sono diventato una persona più paziente/pulita/e chi più ne ha più ne metta": Ma mentre lo diciamo la nostra incredibile elasticità ci sta già riportando al carattere iniziale. Dopo un paio di anni ci accorgiamo di essere di nuovo al punto di partenza.

mercoledì 5 dicembre 2007

lunedì 3 dicembre 2007

Solito sole?


Il sole è un bel tipo.

Pensavo fosse sempre lo steso, perlomeno nel raggio di pochi km, e invece cambia.

A Cuneo, quando, di mattina, in Autunno, ti aggiri per le strade, magari non lo vedi, o lo vedi solo se guardi in su (in tal caso, magari pesti anche una bella cacca di cane - non fumante, visto il freddo-), o lo vedi se esci proprio presto presto di mattina, e in tal caso è una palla rossa dietro i rami, una cosa che ti fa venire voglia di fermarti lì' a guardarlo e non andare più in nessun posto. Ma, anche quando non lo vedi, dopo che sei entrato in un ambiente chiuso, ti rimane impresso sulla retina. Apri e chiudi le palpebre, ma lui è sempre lì, all'interno del tuo occhio. E devi guardare qualcosa di chiaro per 10 minuti prima che ti abbandoni.

Invece, a Torino, esci per strada, et voilà, sei inondato dal sole. I marciapiedi sembrano la strada piastrellata d'oro del mago di Oz, non vedi più niente, e fai facce strane strizzate alla gente che passa in controluce. Però, quando entri in un ambiente chiuso, il sole è sparito. Nente impressione sulla retina. Si vede che è rimasto tutto incollato ai marciapiedi fuori.